Trasformare le biomasse che provengono dalle aree protette siciliane in risorsa per produrre energia attraverso piccoli impianti, ecologicamente ed economicamente sostenibili. Un progetto pilota finanziato dal Programma Europeo Interreg Med 2014-2020 per fornire di energia elettrica strutture sportive, scuole o altri edifici pubblici e privati. Si tratta del progetto ForBioEnergy, che ha come partner il Dipartimento Regionale dello Sviluppo Rurale e Territoriale della Regione Siciliana. Oggi sono stati presentati i risultati nella sala Lanza dell’Orto Botanico di Palermo.
Il progetto ha, innanzitutto, condotto uno studio pilota sul Parco Naturale Regionale delle Madonie, in provincia di Palermo, che è stato suddiviso in cinque Distretti della Biomassa. In uno di questi, che comprende i comuni di Petralia Soprana, Petralia Sottana e Castellana Sicula, è stato realizzato un modello di come dovrebbe funzionare la filiera corta delle biomasse. Innanzitutto, attraverso la redazione di un piano di gestione forestale, è stata censita la quantità di biomassa utilizzabile nei prossimi 10 anni a scopi energetici presente nel territorio, pari a oltre 24 mila tonnellate, al netto degli altri assortimenti legnosi (esempio legna da ardere).
Un calcolo effettuato includendo soltanto le biomasse residue ottenibili dalla gestione ordinaria dei boschi, indispensabile per aumentarne la complessità ecologica e strutturale e la resilienza agli incendi e ai cambiamenti climatici, escludendo le aree più integre e in equilibrio con l’ambiente (circa il 50%). La biomassa da destinare ad uso energetico potrebbe essere trasformata in “cippato” (cioè ridotto in piccoli pezzi adatti alla combustione) sul posto e utilizzato per alimentare un mini impianto o venduto per uso domestico. In particolare, è stata immaginata la possibilità di usare la biomassa per soddisfare il fabbisogno energetico della piscina di Petralia Sottana, attualmente chiusa.
Secondo una stima, in generale, le biomasse presenti nel distretto potrebbero soddisfare il 6% del fabbisogno energetico della popolazione che vi risiede. Il sistema punta a creare anche un mercato locale di biomassa e possibilmente occupazione. “Con ForBioEnergy – spiega Massimo Pizzuto Antinoro, coordinatore responsabile del progetto – si è voluto ribaltare l’errata concezione che i boschi non debbano essere gestiti. La gestione è, invece, necessaria per evitare che queste aree vengano lasciate al degrado o peggio preda degli incendi. E da questa azione si producono le biomasse residue che possono essere utilizzate con una filiera cortissima che non dovrebbe superare i 5 chilometri per essere veramente sostenibile ecologicamente ed economicamente. Inoltre, il progetto ha coinvolto attivamente gli enti locali per individuare le soluzioni migliori per lo sfruttamento di queste risorse”.
La questione della gestione delle aree forestali è fondamentale nel progetto che propone anche una serie di percorsi per superare tutti gli ostacoli (legislativi, amministrativi, tecnici e socio-culturali) per lo sviluppo di queste filiere corte delle biomasse. “Il piano di azione – spiega Donato La Mela Veca, docente del Dipartimento SAAF dell’Università di Palermo, che ha seguito gli aspetti tecnico-scientifici di ForBioEnergy – prevede innanzitutto un nuovo modello di gestione delle aree forestali anche attraverso la professionalizzazione della manodopera e la dotazione di attrezzature idonee. Inoltre, sono stati individuati tutti gli ostacoli allo sviluppo della produzione di energia con biomasse, elaborando proposte, rivolte all’amministrazione regionale per superarli: si va da modifiche normative a tavoli tecnici con le amministrazioni locali e tutti i portatori di interesse del territorio ad azioni di comunicazione per spiegare azioni e obiettivi”. Il progetto ForBioEnergy, coinvolge 8 partner di 4 paesi europei: Italia, Spagna, Slovenia e Croazia. I partner italiani sono Enviland s.r.l. ed il Comune di Petralia Sottana; partecipano pure 4 Partner associati, 2 italiani, l’Ente Parco delle Madonie ed AIEL e 2 croati.
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