“Gli esami non finiscono mai”, recita una famosa massima, e forse lo si può dire anche per le elezioni. Nonostante, almeno in Sicilia, l’oceano dei sondaggi e delle percentuali si sia calmato, lasciando il posto alle limpide (si fa per dire) acque del dibattito politico, i cambi di incarichi, ruolo e nelle assemblee elettive non sembrano ancora finiti. Un election day, quello del 25 settembre, che ha rivoluzionato il volto del Governo Regionale e Nazionale e che, logicamente, potrebbe apportare qualche cambiamento anche all’aspetto esecutivo ed amministrativo del Comune di Palermo.

Il passaggio del testimone in Progetto Palermo

Un primo passaggio del testimone si è già verificato. Valentina Chinnici, eletta deputata regionale tra le fila del Partito Democratico, ha ceduto il ruolo di capogruppo al suo collega di partito e di campagna elettorale Massimo Giaconia. Lo ha fatto durante la seduta in cui è stata approvata la variante urbanistica relativa alla bretella di collegamento fra via Pitrè e via Leonardo Da Vinci. Da capire invece il futuro del gruppo civico. Fra Valentina Chinnici ormai membro attivo dei Dem e Franco Miceli diviso fra lavoro e politica, in Consiglio Comunale avranno un ruolo centrale lo stesso Massimo Giaconia e la “civica” Mariangela Di Gangi, candidata nella scorsa tornata per le Regionale fra le fila de “I Cento Passi” di Claudio Fava.

Gli avvicendamenti in Fratelli d’Italia, è il momento di Teresa Leto

Da qui in poi inizia il terreno inesplorato, quello che calcisticamente potremmo traslare in “fantacalcio politico”. Potrebbe cambiare molto lo scenario in Fratelli d’Italia, non solo nel breve e nel medio periodo. Due i coinvolti dalle manovre politiche regionali in Consiglio Comunale, ovvero Fabrizio Ferrara, eletto parlamentare all’Ars, e Francesco Scarpinato, scelto come assessore regionale al Turismo da Renato Schifani. Con riguardo al primo, il doppio impegno (tra l’altro, al momento, lo stesso Ferrara è presidente della Commissione Bilancio), potrebbe rivelarsi decisamente oneroso.

Per Francesco Scarpinato era nato un dubbio relativamente alla potenziale incompatibilità fra il suo ruolo nel Governo Regionale e il suo status a Sala delle Lapidi. Dubbio che, ai nostri microfoni, è lo stesso Scarpinato a risolvere. “Ho chiesto agli uffici di competenza. Non c’è nessuna incompatibilità“.

In un simile scenario, si potrebbero comunque spalancare le porte per la giovane Teresa Leto, prima dei non eletti del partito di Giorgia Meloni al Comune di Palermo. La coordinatrice giovanile diventerebbe così la più giovane eletta delle consiliatura. Più irta di ostacoli invece la strada di  Valentina Caputo, ex consigliere comunale e candidata di coppia dello stesso Fabrizio Ferrara alle scorse amministrative. Per lei, rimane l’ultima fiammella di speranza delle Europee, con il possibile inserimento nelle liste di Giuseppe Milazzo. Nulla dovrebbe cambiare invece nella pattuglia presenta all’interno dell’esecutivo. Ciò nonostante la riconferma di Carolina Varchi nel ruolo di deputata nazionale.

Calma apperente nella Lega

Dovrebbe rimanere intatto invece il volto della Lega. Nello scorso election day, solo Marianna Caronia ha ottenuto il pass per il Parlamento Regionale. Così come fatto nella scorsa consiliatura, l’esponente del Carroccio potrebbe decidere di mantenere entrambe le cariche. Rimane però alla finestr Salvatore Di Maggio, primo dei non eletti della Lega e uomo vicino alla stessa Caronia. L’unico vero cambiamento potrebbe avverarsi in caso di rimpasto di Giunta, con la staffetta tra Alessandro Anello e Sabrina Figuccia, già concordata durante la formazione del governo della città in estate.

La spaccatura in Forza Italia

Ma la vera domanda sui possibili cambiamenti a Sala delle Lapidi riguarda Forza Italia, in particolare Gianfranco Miccichè. Non è un mistero che Silvio Berlusconi, in prima persona, stia provando a fare da pacere fra le due anime divise del partito. Ma, difficilmente, al coordinatore regionale potrà andare giù un ruolo da subalterno in questa legislatura.

Un fattore che potrebbe incidere nell’esecutivo di Roberto Lagalla visto che, lo stesso Miccichè, ha espresso non solo il nome di Rosi Pennino, in qualità di assessore alle Attività Sociali, ma ha anche difeso quello di Andrea Mineo, attuale detentore della delega al Patrimonio. Fatto che gli consente di contare, fondamentalmente, anche su due pedine importanti in Consiglio Comunale, ovvero Natale Puma, uomo di fiducia di Mineo, e il presidente del Consiglio Comunale Giulio Tantillo. C’è poi l’incognita di Pasquale Terrani, entrato a Palazzo delle Aquile proprio a discapito di Rosi Pennino.

Pezzi della scacchiera che potrebbero ridurre il divario fra maggioranza ed opposizione, così come avvenuto all’Ars. Anche se, buona parte del peso azzurro è giocato dalla pattuglia facente capo al deputato regionale Edy Tamajo. L’esponente ex Sicilia Vera, oltre alla presenza in Giunta del padre Aristide, ha a disposizione ben quattro consiglieri comunali: il capogruppo azzurro Gianluca Inzerillo, il presidente della VI Commissione Ottavio Zacco, l’ex assessore in era Orlando Leopoldo Piampiano e la fedelissima Caterina Meli. Quattro pezzi niente male che, in caso di rimpasto, potrebbero portare il loro peso. Ciò a vantaggio dell’ala del deputato regionale, campione in provincia di Palermo con oltre 21.000 preferenze incassate.

Le incognite

Rimane poi la voce “varie ed eventuali”. E non è da poco, almeno per Roberto Lagalla. In primo luogo, c’è pendente il ricorso messo in campo dalla già consigliera comunale, all’epoca di Italia dei Valori, Luisa La Colla. La candidata di “Lavoriamo per Palermo” è rimasta fuori da Sala delle Lapidi per una manciata di voti a vantaggio di Antonino Abbate, uomo della prima ora di Roberto Lagalla già ai tempi di “Ora Sicilia”.

Un eventuale accoglimento del ricorso potrebbe far rientrare in gioco la stessa La Colla, il che potrebbe aumentare il peso specifico della corrente di Italia Viva. Un ultimo elemento da considerare è invece la variante Cateno De Luca. L’esponente di Sicilia Vera, per scelta, non ha presentato nessuna lista nella scorsa tornata del 12 giugno. Ma i risultati conseguiti su Palermo un paio di mesi dopo potrebbero far propendere qualche indeciso ad accettare qualche eventuale proposta. Ago della bilancia all’Ars e a Palermo? Staremo a vedere.

 

Articoli correlati