“Grazie al trapianto ho ripreso in mano la mia vita“, è la storia di Lorenzo Marguerattaz, un ragazzo della Val d’Aosta che grazie a un trapianto effettuato all’Ismett di Palermo guarda al futuro con speranza. Il giovane ha raccontato la sua storia nel corso della puntata di Casa Minutella, dedicata alla giornata nazionale per la donazione degli organi.
Lorenzo racconta di essere afflitto da una malattia genetica rara, gli era stata diagnosticata quando aveva soltanto un anno e mezzo. “Nel 2015 la malattia si era aggravata – ricorda il giovane – e parlando con i medici si è capito che l’unica soluzione era il trapianto. Dopo qualche mese di ricerche inutili al Nord Italia, siamo entrati in contatto con l’Ismett di Palermo. I medici hanno proposto di inserire il mio nome nella lista di chi attendeva per un trapianto di fegato”. La chiamata arriva il primo aprile del 2017. “Sono stato trasportato dall’aeroporto di Torino all’aeroporto di Punta Raisi con un volo privato la mattina del primo aprile del 2017. A mezzogiorno ero già stato sottoposto al trapianto di fegato”. Tutta la programmazione venne curata dal Centro regionale trapianti della Sicilia e dall’Ismett di Palermo.
Grazie al trapianto ho ricominciato a vivere
“Così ho potuto riprendere in mano la mia vita, perché la mia malattia mi aveva costretto sulla sedia a rotelle. Dopo il trapianto mi sono ripreso e oggi, con qualche piccolo accorgimento che consiste nel fare attenzione e avere uno stile di vita sano ed equilibrato, posso comunque condurre una vita più che normale”, dice Lorenzo.
Lorenzo e le sue emozioni, due anni in attesa del trapianto
Forte della sua esperienza, Marguerattaz ha le idee chiare su quanto sia importante la cultura della donazione degli organi: “E’ un gesto che consente a chi riceve questo dono di riprendere in mano la vita e consentire a che non sognava più un futuro di poterlo realizzare. Ho aspettato due anni in attesa del trapianto. Non volevo neanche più uscire di casa, senza aver paura della fatidica domanda sul come stessi. Era diventata una situazione insostenibile, sia dal punto di vista fisico, sia da quello psicologico. La persona che ha fatto questo grandissimo gesto di altruismo, mi ha donato la possibilità di realizzare i miei sogni”.
Quali emozioni prova chi vive in attesa di un trapianto per continuare a vivere? Ecco le riflessioni di Lorenzo Marguerattaz. “Devo essere molto sincero: nel momento in cui ho ricevuto chiamata per procedere al trapianto, non ho pensato subito alla persona che stava donando gli organi. Quel pensiero mi è venuto dopo, quando tutto era passato e l’ansia del momento era svanita. A chi mi ha donato la speranza di vivere va un ringraziamento enorme”. Lorenzo pensa anche alla tragedia dei parenti che in pochi attimi devono decidere se autorizzare il prelievo degli organi dal corpo del loro congiunto. “Non è facile donare gli organi di una persona cara che ci ha appena lasciato”.
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