Scatta oggi giovedì 20 dicembre l’obbligo del Green Pass base per andare ovunque. Dai barbieri, ai parrucchieri, agli estetisti. Il Governo intanto sta aggiornando il decreto che ha in sè la lista delle attività in cui si potrà entrare solo se muniti del certificato verde base. Si salvano le attività primarie oltre ad alimentari, farmacie, ottici, negozi per acquistare legna o pallet per il riscaldamento, spuntano anche gli uffici postali, ma solo per ritirare la pensione.

La lista sarà aggiornata con un nuovo decreto

La notizia viene fuori dal tavolo di lavoro dedicato al tema dei colori. Nell’immediato, da oggi e fino al 31 marzo niente taglio, acconciatura e manicure senza green pass. Scatta infatti l’obbligo – previsto dal decreto legge dello scorso 7 gennaio – del possesso della certificazione verde per accedere a quelli che vengono definiti “servizi alla persona”. Si tratta di parrucchieri, barbieri, estetisti. Green pass anche per i colloqui in carcere. Poi da giorno 1 febbraio toccherà a pubblici uffici, servizi postali, bancari e finanziari, attività commerciali. Restano escluse le attività commerciali che offrono servizi essenziali alla persona. Oggi arriverà il decreto che elenca nel dettaglio quali sono queste ultime attività. Tra le novità ci sarebbe anche l’ingresso pass free alle poste per il ritiro della pensione, mentre per gli altri servizi postali resterà necessaria la certificazione (base o rafforzata).

Dove si può entrare senza green pass

In generale, l’accesso sarà libero nei negozi di alimentari, in farmacia, dall’ottico e per l’acquisto di legname o pellet per il riscaldamento. Lo stesso per le attività all’aperto come benzinai, mercati, edicole. Il pass servirà invece per comprare le sigarette dal tabaccaio. Si restringe ulteriormente, dunque, la libertà di azione dei no pass. In questo caso è valido anche il green pass semplice, quello ottenibile con un tampone negativo. Le verifiche che l’accesso a queste attività avvenga nel rispetto delle prescrizioni sono a carico dei “relativi titolari, gestori o responsabili”. Sanzioni da 400 a mille euro per i trasgressori.