La Sicilia si conferma la regione più no vax d’Italia con il 24,3% pari a 625.565 non vaccinati nella platea over 12. Il calcolo è della Cgia di Mestre che ha conteggiato i tassi di tutta Italia.

Il tasso di vaccinazione nelle regioni italiane

Dopo la Sicilia no vax c’è la Calabria (23,4%,226.745), seguita dalla Provincia Autonoma di Bolzano (22,7%, 63.570), la Valle d’ Aosta (21%,13.017) e le Marche (20,4%,156.724). Le regioni più virtuose, invece, sono: Lombardia (14,3% i non vaccinati), Lazio (14,2%) e Toscana (13,8%). Tra le 4 macro aree del Paese è il Sud con il più alto numero di non vaccinati (2.143.769, il 20% del totale della popolazione tra i 20 e i 59 anni). In Italia, infine, i “no vax” in età lavorativa sono 5.432.118, pari al 17,4% della coorte 20-59 anni. Circa 300 mila i non vaccinati perché esentati.

Lavoratori a rischio

Lunedì prossimo 2 milioni di lavoratori rimarranno a casa perché impossibilitati a farsi il tampone per avere il Green pass. Purtroppo, rileva la Cgia, le farmacie e le strutture pubbliche/private dedicate a questo servizio non sono in grado di fare giornalmente un numero di test sufficienti per coprire la domanda. Secondo le stime del Governo sarebbero 3 milioni i lavoratori senza il certificato verde, il 13% degli occupati in Italia. Persone che per accedere al posto di lavoro entro fine anno dovranno fare ogni 2 giorni il tampone per avere il green pass. Attualmente l’offerta è molto inferiore: ieri, ad esempio, sono stati fatti 506 mila tamponi. Ipotizzando un aumento della produttività da parte delle farmacie e delle strutture dedicate a fare questi test, dopodomani il numero complessivo potrebbe salire fino a 700 mila che sommati alle oltre 300 mila persone che per ragioni di salute non sono obbligate al possesso della certificazione, rimarrebbero senza pass in 2 milioni.

I lavoratori a rischio in Sicilia

La quota dei lavoratori siciliani che rischia di trovarsi nella scomoda situazione di non aver fatto il vaccino, non essere esentato e non riuscire ad effettuare un tampone è stimata in circa 250 mila. Persone che non potranno presentarsi al lavoro o che se lo facessero potrebbero essere respinte e sospese senza stipendio o rischiare una multa salata

I rischi di violazione della Costituzione

Se il Governo ha deciso per decreto di consentire l’ingresso negli uffici e nelle fabbriche solo a chi ha il Green pass – e quest’ultimo è ottenibile attraverso il vaccino o il tampone – lo Stato si dovrà nell’esigenza di  dover garantire la possibilità di fare il tampone anche a chi non vuole somministrarsi il siero. Diversamente si rischia di ledere il diritto al lavoro a milioni di persone, venendo meno a un principio fondamentale di uno Stato di diritto: la legalità, che deve essere sempre rispettata sia dai soggetti pubblici sia da quelli privati.

Drastica soluzione per la Cgia

Secondo la Cgia, per risolvere questa situazione il Governo ha due possibilità: stabilire che il green pass si ottiene solo attraverso l’inoculazione del vaccino, eliminando così il problema dell’impossibilità di fare i tamponi a tutti, o mobilitare per esempio l’ Esercito, la Protezione civile affinché vengano diffuse ovunque delle unità mobili in grado di fare i test, garantendo così a tutti il diritto di conseguire, ancorché temporaneamente, il certificato verde.

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