Il patrimonio del gruppo Ponte sarebbe ‘inquinato’ dalla mafia ma Cosa nostra non controllerebbe direttamente le società. Queste sono le ragioni dopo quasi due anni, spingono la Procura di Palermo a chiedere il dissequestro dei beni, delle società e dunque dei tre alberghi della famiglia, l’Astoria, il Garibaldi e il Vecchio Borgo.
Il provvedimento di sequestro del patrimonio del gruppo alberghiero era sta emesso dai pm perché erano emersi rapporti di affari con gli Sbeglia. Un famiglia in cui diversi componenti sono satai condannati pere reati di mafia, con sentenze oggi definitive.
La mossa della Procura è stata rappresentata ieri mattina dal pm Gery Ferrara, all’ udienza che si è tenuta davanti alla sezione misure di prevenzione del tribunale. Il sequestro era stato disposto dal collegio presieduto da Silvana Saguto. Ora però, dopo lo scandalo e l’ inchiesta nissena, col conseguente azzeramento di quei collegi, il testimone è passato al presidente Giacomo Montalbano e ai giudici Luigi Petrucci e Giovanni Francolini, relatore del caso. Toccherà a loro adesso decidere se accogliere la proposta del pm.
Amministratore giudiziario del gruppo era l’ avvocato Gaetano Cappellano Seminara, oggi indagato a Caltanissetta assieme all’ ex presidente della sezione, Silvana Saguto, e ad altre persone, I legali del gruppo Ponte contestano il sequestro, definendolo illegittimo e oltremodo onerosa la successiva amministrazione giudiziaria.
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