“Le procure di mezza Sicilia indagano sulla compravendita di voti che avrebbe falsato l‘esito delle ultime regionali. Quello emerso finora, a giudizio degli inquirenti, è solo la punta di un iceberg. Io ho riconosciuto all’indomani la sconfitta senza accampare scuse. Ma è del tutto evidente che chi mi conosce sa che da sempre partecipo in politica alle competizioni elettorali senza l’uso del “doping”. Spero che come e’ successo per il tour dopo le condanne di Amstrong, un giorno si rifaranno le classifiche al netto dei dopati. Ovviamente quello che è perso è perso. Me ne faccio una ragione. Io continuerò a fare politica con gli strumenti artigianali che utilizzo da sempre. I valori socialisti, il rapporto costante con la gente e con gli amici e i compagni che intendono fare un percorso insieme a me.
Qualche volta vincerò le competizioni, molte altre probabilmente le perderò. Ma la sera, a casa, potro’ continuare a guardare negli occhi mia moglie e i miei figli con serenità”.

A parlare è Nino Oddo, segretario regionale del Psi. Tocca a lui, come fatto a ripetizione dai 5 stelle, urlare al voto drogato. Difficile non cedere a questa tentazione viste le indagini, le voci, le inchieste delle trasmissioni mediaset, i video postati su facebook senza provenienza ne attendibilità ma comunque ‘bevuti’ dal popolo del web con grande indignazione. Insomma ci sono indizi pder tutti i gusti e nella società moderna ormai due o tre indizi fanno una prova, figuriamoci se gli indizi sono una decina: siamo ormai al complotto comprovato.

L’ultmo colpo, quello veramente duro, è stata la vicenda Genovese. Se su Cateno de Luca ci sono 15 processi e 15 assoluzioni che mettono dubbi un po’ ovunque, se su Edy Tamajo e Riccardo savona a Palermo ci sono le presunzioni di innocenza a tappare la bocca ai giustizialisti, su Genovese qualche elemento, etico e politico se non giudiziario, in òpiù c’è.

Partiamo dal fatto che Francantonio è stato condannato in primo grado a 11 anni. Non è una sentenza definitiva ma pur sempre una condanna. Continuiamo col fatto che tuttel le difese politiche hanno sempre parlato delle colpe dei padri che non devono ricadere sui figli. E questo ci sembra sacrosanto. Ma adesso l’ipotesi è proprio che papà Genovese abbia usato moglie e figli per far sparire il patrimonio. un patrimonil peraltro, che fa impressione solo a nominare le cifre.

Trenta milioni di euro ‘riciclati’ per nasconderli in vari paradisi fiscali e non. Un patrimonio complessivo di 100 milioni di euro aggredito dai sequestri. Cento milioni di euro non si mettono insieme in un giorno e forse neanche in una generazione. E infatti ci sarebbero tre generazioni coinvolte nell’inchiesta.

Esiste, dunque, un problema etico importante. nma il fatto è fatto. Le elezioni ci sono state ed hanno detto la loro. Sono state drogate? probabilmente non più di qualsiasi altra elezione. Ma adesso bisogna guardare avanti.

Con che legittimazione potrà operare operare questa Assemblea regionale siciliana? Questo, a nostro modo di vedere, èp ilv ero tema, il vero problema. Occorre un guizzo etico in avanti per recuperare una credibiulità messa in dubbio, a torto o a ragione, da veleni, inchieste e polemiche. Perchè alla Sicilia servono governo e Parlamento e non si può più attendere

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