Pagare la Tosap, avere il cartello del passo carrabile davanti a garage e cancelli non è sufficiente per avere rimossa l’auto che intralcia l’ingresso del proprio mezzo.

Il nuovo codice della strada ha stabilito che accanto al numeretto che indica l’autorizzazione va inserito anche l’anno in cui il divieto di parcheggio e la rimozione forzata è stata emessa.

Lo scoperto per caso un automobilista palermitano che ha chiamato la polizia municipale e il carro attrezzi  dopo aver trovato davanti al garage un’auto parcheggiata.

I vigili urbani non hanno potuto effettuare la rimozione perché il cartello non era a norma. Così l’automobilista ha dovuto iniziare la solita trafila burocratica per riavere il prezioso segnale stradale valido da apporre al garage.

Ha scaricato il modulo dal sito del Comune. Ovviamente il prestampato non è aggiornato. Che si tratta della richiesta di un nuovo cartello alla luce del codice della strada lo bisogna scrivere a penna.

Poi ha pagato un bollettino postale di circa 5 euro. Infine si è recato in via Alcide De Gasperi all’assessorato al Traffico, è qui che adesso bisogna andare, e ha presentato tutti i pagamenti della Tosap, la tassa di occupazione del suolo pubblico, effettuati dall’inizio dell’autorizzazione. Senza dimostrare che si è sempre pagato niente cartello.

Ovviamente non ci si può presentare tutti i giorni, ma solo lunedì e mercoledì.

Tutto questo per scoprire alla fine che  viene consegnato un nuovo cartello, non più catarifrangente, ma dove va scritto a penna e non più prestampato il numero di autorizzazione e l’anno in cui è stato emesso il provvedimento.

Tutta questa trafila per un nuovo numeretto da scrivere a penna.

“Poi dicono che si deve snellire la burocrazia – commenta l’automobilista – ogni pratica è una via crucis che fa perdere giorni e giorni”.