L’emergenza Covid ha fermato o rallentato la catena di alcune filiere produttive. Gli imprenditori più illuminati, lungi dal piangersi addosso, stanno cercando di impiegare risorse e strutture a disposizione per “reinventarsi” e salvaguardare i livelli occupazionali. È il caso della Sudgel, azienda che si occupa di logistica del freddo in tutta la Sicilia disponendo di tre magazzini nella Sicilia occidentale e due in quella orientale. Con la maggior parte dei clienti abituali fermi, per lo stop imposto alle loro attività, l’azienda ha dato impulso ad un progetto già in cantiere da tempo, ma catalizzato dal momento emergenziale. Ne parliamo con l’amministratore unico di Sudgel Giuseppe Todaro, soddisfatto per un feedback già positivo, a poche settimane dall’avvio della nuova attività.

Dott. Todaro può spiegarci il passo compiuto dalla sua azienda in queste settimane?
La Sudgel si occupa di logistica del freddo conto terzi, ovvero nei nostri magazzini dislocati per la Sicilia conserviamo, per conto di grossisti, produttori, catene di supermercato, tutti i generi di surgelati: dalla pasticceria, alla ricotta, ai semilavorati. In più, siamo produttori di gelato artigianale che è commercializzato con il nostro logo “Amunì”, lo stesso che contraddistingue il nostro punto vendita all’interno del centro commerciale Poseidon, ovviamente al momento chiuso. Così come purtroppo sono inattivi la maggior parte dei nostri clienti abituali. Potendo contare su una catena già pronta, dalla una struttura logistica, ai mezzi e al personale adeguato, abbiamo deciso di avviare una piattaforma di consegna a domicilio di prodotti surgelati; come un qualsiasi negozio on line ci rivolgiamo al cliente finale, offrendo un’ampia gamma di referenze: verdure, gelati, cornetti, pesce e ogni altro prodotto di consumo in un’utenza domestica.

Un scelta determinata dall’emergenza Covid?
Più che determinata, accelerata dalla nuova situazione che si è creata. Il progetto, su cui stavamo lavorando da tempo, è partito in modalità sperimentale, potendo contare su numerosi furgoni perfettamente adeguati allo scopo e operatori altrimenti destinati alla cassa integrazione. Facendo parte della filiera alimentare, la nostra attività non si è mai fermata, ma ha subito una drastica contrazione. Per salvaguardare i livelli occupazionali e gravare il meno possibile sulla cassa integrazione, abbiamo deciso di anticipare l’avvio del nuovo progetto, partendo una decina di giorni fa. Non è, dunque, un’iniziativa estemporanea o protempore, ma intende consolidarsi e ampliarsi nel futuro.

Questo start accelerato vi ha creato particolari difficoltà?
No, noi riusciamo a garantire la catena del freddo senza particolari criticità tecniche, dal momento che i nostri furgoni sono dotati di dispositivi refrigeranti che mantengono la temperatura a meno venti gradi, anche per cinque/sei ore, cioè le condizioni adeguate affinchè questo tipo di consegna al cliente finale avvenga preservando l’integrità del prodotto e soddisfacendo al meglio la domanda del cliente. È chiaro che si tratta di un comparto più delicato rispetto alla galassia delle attività di consegna a domicilio, anche nell’ambito dello stesso settore alimentare.

In quale zona operate al momento?
A Palermo e nella sua provincia. Smistiamo da due magazzini, uno ubicato in città e l’altro a Carini. Rispetto a tante altre piattaforme, la nostra peculiarità è la velocità di consegna, in media nell’arco delle sei ore e, comunque, entro le 24 ore. Come già detto non è un’attività legata al momento emergenziale che stiamo vivendo, ma proiettata nel futuro, con tutte le cautele del caso. Dopo un periodo di collaudo semestrale nella provincia di Palermo, il nostro obiettivo è partire anche a Catania con i nostri magazzini situati nella Sicilia orientale e consolidare l’attività nelle due principali province siciliane, procrastinando al futuro un’eventuale ampliamento a tutto il territorio siciliano e subordinandolo ad un attento monitoraggio dell’attività nelle prime due province. Dobbiamo muoverci restando con i piedi per terra e valutando il feedback che ci restituirà la nostra clientela; ad oggi, anche se a poco tempo dall’avvio, molto positivo, con crescita quotidiana di ordini e, soprattutto, riacquisto dello stesso prodotto, passo preliminare alla fidelizzazione del cliente. Al momento operiamo su trecento referenze che non sono poche, ma con prospettiva di incrementare l’offerta; però, ripeto, non possiamo permetterci voli pindarici, ma muoverci con accortezza e concretezza.

Le modalità di prevenzione Covid19 hanno complicato questo percorso iniziale?
Non in modo particolare, perché nella grande incertezza che regna sulle modalità di contrasto e prevenzione si questo virus, c’è un solo punto fermo, cioè che a temperature negative, anche ben superiori ai meno venti gradi delle celle refrigeranti all’interno dei nostri furgoni, il Covid muore, così come tutti gli altri agenti patogeni. Insomma, il surgelato è per sua stessa natura un prodotto Covid free. Certo rimangono tutte le accortezze e le misure di sicurezza previste per le consegne a domicilio. I nostri operatori sono dotati di gel sanificante, guanti, mascherine e tutti i dispositivi di protezione individuale previsti dalla normativa vigente. Le consegne avvengono in condizioni di massima sicurezza per operatori e clienti, con mascherine e guanti. I nostri furgoni, come dicevamo, sono molto sicuri perché preservati dalle basse temperature, ma sono sottoposti a sanificazione quotidiana nelle cabine e negli spazi esterni. Anche nei nostri magazzini abbiamo innalzato al massimo i livelli di sicurezza, creando un bagno esterno per coloro che non fanno parte del personale, soggetto a sanificazione subito dopo ogni uso. Inoltre forniamo mascherine e guanti , oltre al gel igienizzante, ai visitatori che ne fossero sforniti. Per definire in modo esaustivo i protocolli sulla sicurezza, sottoponiamo i nostri addetti al controllo quotidiano della temperatura corporea attraverso le pistole scanner; fino ad oggi, fortunatamente, non abbiamo rilevato nulla di anomalo, ma è chiaro che avvieremmo le procedura di quarantena previste, qualora registrassimo alterazioni.