“Ogni volta che a Ustica scoppia qualche incendio, e fortunatamente non sono tanti, ci si accorge che nell’isola non c’è qualcuno che interviene.
Eppure questo stato di cose oramai va avanti da novembre 2018, periodo in cui per effetto della legge 97/2017, siamo diventati vigili volontari per le necessità delle strutture centrali e periferiche, i cosiddetti discontinui”. E’ quanto affermano i vigili del fuoco volontari presi di mira loro malgrado dopo l’ultimo incendio che ha scatenato polemiche e attacchi.
I vigili volontari sull’isola non ci stanno ad essere messi sul banco degli imputati per qualcosa che accade e che ha precise responsabilità nelle amministrazioni da quelle locali, a quelle del capoluogo fino a Roma.
“Da quel momento in poi per effettuare un servizio ad intervenire, dobbiamo essere sotto contratto con l’amministrazione centrale. – affermano i vigili volontari – La cosa si può girare da qualsiasi parte, ma questo è. Se si vuole guardare la cosa con senso morale, allora chiedo a tutti di mettersi nei nostri panni, e guardare con senso morale del padre o della madre di famiglia, le nostre scelte. Per dare la reperibilità, significa che non devi avere un rapporto di lavoro con nessun ente, perché a livello previdenziale non si possono fare due giornate (nello stesso giorno) lavorative in due enti differenti. E anche se si potesse fare, il datore di lavoro non sarebbe contento che un suo operaio nel bel mezzo del lavoro, lasciasse il posto di lavoro per andare via”.
Ed ecco i passaggi chiave di una storia incredibile che verrà risolta ne siamo certi solo quando qualcuno a causa di un incendio rischierà la vita.
“Dal 2008, fino al 2018, a Ustica veniva assegnato un presidio tecnico urgente stagionale, con la nostra assunzione. Nelle ultime due estati invece questa situazione non è più accaduta- aggiungono i volontari – Allora a malincuore, abbiamo l’obbligo di trovare un lavoro retribuito, per sostenere le nostre famiglie. Poi se proprio vogliamo dirla tutta, esiste una legge nazionale, la 87/2004 art. 3 che stabilisce che la nostra isola, in quanto tale, debba avere un presidio stabile del servizio tecnico urgente. Noi amiamo questa divisa, amiamo e conosciamo il nostro territorio, abbiamo avuto anche la fortuna di salvare una vita, non ci chiedete di scegliere tra le nostre famiglie e la divisa, dateci piuttosto l’opportunità di metterci a disposizione, senza dover scegliere.
E soprattutto da parte nostra non c’è nessun braccio di ferro, in quanto non abbiamo nessuna forza contrattuale, non abbiamo nessuna rappresentanza sindacale, che tuteli il nostro posto nel mondo del lavoro. Tra il 2005 e il 2011, sono stati fatti due corsi di formazione, in cui sono confluiti più di 45 vigili volontari di Ustica. Ora ne siamo rimasti meno di 15, il resto ha abbandonato l’isola per cercare lavoro. Quelli rimasti hanno tutti famiglia e bisognosi di lavoro”.
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