Il 21 marzo in Sicilia non arriva solo la primavera. Con la speranza di miglioramento del tempo, di arrivo del sole a Palermo rischia di arrivare anche una nuova emergenza rifiuti. Con la scadenza dell’ordinanza di protezione civile che conferiva poteri straordinari (non di gran rilievo in realtà) alla struttura commissariale regionale cambia anche la situazione gestionale della sesta vasca di Bellolampo.

Il 21 marzo la vasca chiuderà per lavori inderogabili che dureranno da un mese a un mese e mezzo. Con la chiusura della VI vasca si abbatterà drasticamente la capacità ricettiva di rifiuti della discarica di Palermo. Insomma rischiano di restare in strada qualcosa come 800 tonnellate al giorno.

L’emergenza rifiuti, dunque, bussa alle porte del capoluogo siciliano e di tutti i comuni che conferiscono a Bellolampo. All’esplodere dell’emergenza manca circa una settimana e per cercare di evitarla durante la scorsa di settimana l’assessore regionale ai rifiuti Alberto Pierobon ha deciso di mettere intorno ad un tavolo tutti i soggetti che devono operare in questo senso.

L’assessore regionale all’energia e ai rifiuti ha, dunque, messo intorno al tavolo Comune di Palermo, Rap, Arpa a cui sono delegati i controlli ambientali, struttura commissariale e Regione siciliana.

Un tavolo di crisi dal quale è emerso un confronto serrato che ha portato a produrre ben 12 possibili soluzioni tampone. Scartate le deroghe alle più recenti norme ambientali, è stata presa in esame la possibilità di spedire i rifiuti di Palermo e aree conferenti a Bellolampo fuori Regione ma la situazione appare complessa. Questa ipotesi costerebbe circa 100 mila euro al giorno e dunque per l’intero periodo occorrerebbero da 3 a 4 milioni e mezzo di euro a seconda della durata effettiva dei lavori.

Il Comune non ha questa disponibilità economica ne può farsi carico di questa spesa la Regione o la struttura commissariale. In ogni caso una simile scelta porterebbe all’aggravio consistente della tassa rifiuti.

L’ipotesi che sembra farsi strada, anche grazie alla crescita,. nell’ultimo periodo, della differenziata grazie anche al funzionamento delle più recenti isole ecologiche, è quella delle ecoballe. Insomma i rifiuti potrebbero essere racchiusi in balle così come si farebbe per spedirli ma poi depositati in un’area limitrofa alla sesta vasca in attesa della riapertura e del successivo smaltimento ordinario con l’interramento.

Il piano, in fase di definizione, dovrebbe giungere alla Regione lunedì sotto forma di proposta da parte di Rap e poi bisognerà vagliare con Arpa eventuali rischi ambientali e margini di fattibilità

La situazione è, comunque, difficile anche perchè in questo modo si tenterebbe di superare il periodo di sospensione del conferimento per lavori. A maggio la VI vasca dovrebbe riaprire e la situazione potrebbe tornare alla normalità ma soltanto per due o tre mesi.

Ad agosto, infatti, la vasca sarà definitivamente piena e i lavori per la settima partiranno solo a settembre. Perchè sia possibile cominciare a conferire proprio nella VII vasca anche a lavori in corso serviranno altri sei mesi circa. Dunque passata la prima emergenza fra marzo e aprile ci si troverà di fronte ad una seconda emergenza fra settembre 2019 e febbraio 2020

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