“L’avviso non valuta né qualità né meritocrazia e favorisce posizioni di oligopolio degli enti”. Piovono proteste contro l’avviso regionale per i corsi di formazione professionale che rischierebbe anche l’impugnativa.
Tutti contro il bando
Si tratta dell’avviso IeFP appena pubblicato dall’Assessorato istruzione e formazione della Regione Sicilia, finalizzato alla formazione dei giovani siciliani e al contrasto alla dispersione scolastica, negli indirizzi generali introduce spunti innovativi quale il sistema duale. Secondo Andrea Cafà, presidente dell’associazione datoriale CIFA Italia, però “appare evidente il rischio di una non corretta gestione delle risorse necessarie a formare i giovani, continuando ad assegnare solo a pochi soggetti una gran quantità di soldi pubblici. Parliamo di ben 31 milioni di euro affidati senza obiettivi progettuali che si raccordino ai reali fabbisogni delle imprese”.
Rischio oligopolio dei centri
Cifa attacca l’assessore Aricò. Il risultato del bando sarebbe il “mantenimento dell’oligopolio di alcuni enti di formazione e spesa pubblica inefficiente e inefficace”. Secondo Cafà, inoltre, “la realizzazione del sistema duale previsto dall’avviso può essere perseguita solo a fronte di un effettivo collegamento delle agenzie formative con il sistema delle imprese e di una preventiva analisi del fabbisogno occupazionale espresso dal territorio”. Il bando IeFP, – prosegue Cafà – avrebbe dovuto introdurre criteri valutativi e premiali basati su un sistema di meritocrazia e quindi sulla capacità delle agenize formative di costruire un’offerta formativa di qualità rispondente alla domanda di lavoro da parte delle imprese.
I piccoli enti a rischio
Secondo la sigla, il bendo avrebbe replicato i vecchi criteri di valutazione già previsti nei precedenti avvisi, non introducendo alcun parametro utile a valorizzare i soggetti realmente meritevoli nella realizzazione di nuovi percorsi formativi in linea con il Sistema duale;. Tutto ciò andrebbe a discapito dei piccoli enti. Ribadisce poi il presidente Cafà quanto evidenziato dalla federazione CIFORMA sulla necessità di verificare la corretta applicazione da parte delle agenzie formative dei contratti collettivi di categoria leader o equiparati sotto l’aspetto retributivo, poiché costituiscono i parametri di riferimento per la quantificazione dell’UCS (unità di costo standard).
“Applicazione di contratti pirata”
“E’ evidente – spiega Cafà – che l’applicazione dei contratti “pirata”, ribassa il costo del lavoro determinando il calo della qualità professionale degli operatori della formazione, e consente un’elusione dell’UCS, con conseguente danno erariale. Inoltre, l’applicazione dei predetti contratti costituisce motivo di revoca dell’accreditamento regionale e di revoca dei contributi erogati.
La richiesta di convocazione
Come già fatto da altre associazioni di categoria Cafà chiede la convocazione da parte dell’Assessorato, e nell’avvio di un confronto. “Rinviare al nuovo governo regionale problematiche così impellenti e attuali vuol dire sacrificare il superiore interesse dei giovani siciliani precludendo loro quelle prospettive occupazionali che solo una formazione di qualità e ben gestita può garantire”. “Chiediamo, dunque, un atto di responsabilità e maturità politica che eviti l’avvio di lunghi contenziosi che avrebbero quale unica conseguenza un inutile spreco di tempo e di risorse economiche in danno non solo al settore della formazione ma anche all’intero Sistema economico siciliano” conclude Cafà.
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