Il Comune di Belmonte Mezzagno verso il dissesto. La decisione della corte dei conti a sezioni riunite di Roma che con la sentenza 6/2020, ha rigettato il ricorso proposto dal Comune di Belmonte Mezzagno, contro la delibera della sezione regionale di controllo della corte dei conti per la Regione Siciliana che aveva bocciato il piano di riequilibrio finanziario pluriennale.

La nuova amministrazione guidata dal sindaco Pizzo, aveva cercato in tutti i modi di scongiurare il dissesto deliberando un piano riequilibrio bocciato dall’organo di controllo. L’amministrazione comunale aveva incaricato l’avvocato Giuseppe Ribaudo, di proporre ricorso.

“Lo strumento di risanamento all’esame di queste Sezioni riunite – si legge nella sentenza – di contro, anche in ragione delle, sia pur legittime, rimodulazioni di cui è stato oggetto, ha, di contro, smarrito una effettiva vocazione pianificatoria e non consente, pertanto, di formulare conclusioni positive in ordine alla sua idoneità a ripristinare condizioni di equilibrio strutturale.

La Corte dei conti – Sezioni riunite in sede giurisdizionale a speciale composizione rigetta il ricorso ed accerta il conseguente obbligo del Comune di Belmonte Mezzagno di dichiarare il dissesto”. Adesso il consiglio comunale di Belmonte Mezzagno dovrà adottare in tempi brevi la deliberazione di dichiarazione di dissesto dell’ente, e successivamente il ministero dell’interno provvederà a nominare i commissari straordinari di liquidazione che provvederanno al ripiano dell’indebitamento pregresso con i mezzi consentiti.

L’avvocato Giuseppe Ribaudo, ha dichiarato che: “ La sentenza delle sezioni riunite della Corte dei Conti è figlia del palese fallimento dell’istituto del piano di riequlibrio cosi come è stato formulato e pensato dal legislatore nel lontano 2012 , come mero piano per estinguere i debiti, cosi come è serve solo a posticipare negli anni una inevitabile dichiarazione di dissesto dei Comuni in difficoltà finanziaria.

E per la verità se non si aiutano i Comuni ad adottare le misure strutturali necessarie, anche il dissesto non serve ad evitare il riformarsi di debiti, oggi i comuni siciliani aggravati dalla crisi da Covid, hanno ancora di piu’ una bassa capacità di riscossione, dovuta alla crisi che c’è nei territori, di conseguenza poca liquidità e quindi uso eccessivo di anticipazione di tesoreria, e le risorse trasferite sono inadeguate, molto esigue per assicurare i servizi essenziali dell’ente, è evidente che le politiche di austerità di questi anni hanno ammazzato i Comuni siciliani, se non si aumentano i trasferimenti regionali siamo al disastro istituzionale per tutti i comuni siciliani”.