“Apprendo che l’on Gianfranco Micciché, presidente dell’Assemblea regionale siciliana, nonché coordinatore di Forza Italia nell’Isola ha convocato per stamane a Palazzo dei Normanni un vertice tra le forze politiche del centrodestra per discutere delle alleanze, dei programmi e delle candidature alle elezioni amministrative, di posti di assessore e consigliere comunale e di nomine di sottogoverno. Una iniziativa a dir poco inopportuna, in un momento nel quale la Politica dovrebbe volare alto e occuparsi di iniziative e provvedimenti a tutela dei comparti produttivi”.

E’ l’affondo di Saverio Romano leader di Cantiere Popolare e componente di questa maggioranza che rischia di entrare in rotta di collisione proprio con Gianfranco Miccichè e al sua gestione di Forza Italia. Più di una volta Romano negli ultimi mesi, ha chiesto un vertice di maggioranza e più di recente ha detto chiaramente di riconoscere solo a Musumeci il ruolo di leader della coalizione.

“Con tutto il rispetto per la tornata elettorale delle Amministrative, la priorità oggi è un’altra e in ogni caso riconosciamo solo a Musumeci e a nessun altro il ruolo di garante del centrodestra in Sicilia. Qualcuno informi Miccichè del Corona virus, del blocco di interi settori economici, della sostanziale paralisi del sistema dei trasporti. Quale dialogo ha avviato Miccichè con le categorie produttive e con le parti sociali? Nessuno. Miccichè farebbe bene a non confondere il ruolo di capo partito con quello di presidente dell’Ars e dovrebbe convocare una seduta straordinaria dell’Ars al fine di individuare e promuovere provvedimenti emergenziali. Interventi coordinati su economia e produzione, da concordare senza differenze tra forze di maggioranza e di opposizione. Dal presidente del Parlamento più antico del mondo, come quello siciliano, ci si attende saggezza, lungimiranza, proposte, vicinanza ai cittadini e sensibilità. Soprattutto sensibilità”.

Intanto la politica siciliana si ferma in toto. Stop alle attese nomine e rinvii per tutte le decisioni importanti e processi a rilento anche per quanto riguarda il bilancio della Regione, le riunioni delle Commissioni e così via. Dopo la sospensione dell’attività dell’Ars che dovrebbe riprendere la prossima settimana, tutte le energie degli uomini di governo del territorio sembrano concentrate proprio sull’emergenza sanitaria e sulle conseguenze gravi all’economia che da questa emergenza stanno derivando.

Si deliberano i provvedimenti che erano già stati istruiti o quelli che non possono attendere ma si rinvia qualsiasi altra scelta. Così non c’è ancora traccia della nomina dei dirigenti generali della Regione siciliana. Gli incarichi sono scaduti a fine febbraio ma per loro la giunta ha varato un’altra proroga in attesa di scegliere e conferire gli incarichi.
Si bloccano anche riunioni e vertici politici in vista delle elezioni amministrative di maggio e giugno e con esse si paralizza la scelta dei candidati e la chiusura degli accordi per le liste, le alleanza, gli apparentamenti nei 61 comuni al voto.
Tutto fermo insomma così come successo con il referendum sul taglio dei parlamentari che doveva tenersi a fine marzo. Anche la chiamata alle urne è stata rinviata e ora si intravede la possibilità che la si accorpi alle amministrative di maggio. Sempre che da qui ad allora questa gestione folle dell’emergenza sia finita

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