“I pescatori dimenticati dal Governo”. Il movimento politico Unità Siciliana-LeApi lancia l’allarme sullo stato di profonda crisi che sta attraversando la filiera della pesca. L’intero comparto è in sofferenza già da tempo ma l’emergenza Coronavirus ha tagliato le gambe alla maggior parte dei pescatori.

Salvo Fleres, portavoce del movimento, ha chiesto al Governo l’erogazione immediata dei pagamenti per il fermo pesca già effettuato e anticipazione dell’attuale o scomputo delle giornate di pesca perse con erogazione immediata di un anticipo del 50 per cento. Si tratta delle richieste avanzate dai lavoratori della pesca siciliana, “che soffrono di una crisi in ombra – spiega Salvo Fleres, portavoce di Unità Siciliana-LeApi – Urge anche l’applicazione della Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria in deroga a tutto il settore della pesca, compresa la piccola pesca artigianale. Il comparto soffre dell’emergenza Covid19 anche se non direttamente interessato da provvedimenti restrittivi e il governo non può ignorarlo”.

Sono tanti i pescatori che non possono uscire in mare a causa delle limitazioni imposte dal Governo che prescrive misure di sicurezza che non possono essere soddisfatte. “I nostri pescatori sono rimasti a terra  sia a causa della difficoltà di rispettare gli standard minimi di sicurezza a bordo, che per via del drastico crollo della richiesta, che li avrebbe esposti al rischio di dover ributtare in mare l’invenduto – chiarisce Giuseppe Fichera, responsabile del settore pesca di Unità Siciliana-LeApi- Chiediamo attenzione e soluzioni urgenti  per una situazione che rischia di diventare tragica per tutta la filiera ittica, che comprende migliaia di famiglie. “

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