Un paese che vuole cambiare volto, tagliare i ponti con le logiche del passato, costruirsi un futuro diverso da ciò che è stato. Senza che nessuno possa ancora additarlo per i peccati di un tempo, per quelle pagine buie, dolorose e infamanti entrate purtroppo a far parte della storia della Sicilia e non solo.
Così vede il presente il sindaco di Corleone, Nicolò Nicolosi, insediatosi alla guida del comune del Palermitano il 30 novembre 2018 dopo due anni di commissariamento per condizionamento mafioso.

Ma gli abitanti che con la mafia nulla hanno a che fare, cosa pensano quando in giro per il mondo si sentono troppo spesso additati o devono sopportare sguardi di condanna e battute talvolta spiacevoli?

“C’è una grandissima voglia – dice il sindaco, che era già stato primo cittadino di Corleone dal 2002 al 2007 – di chiuderla per sempre con la mafia. Lo dimostrano in particolar modo i giovani, le donne, il mondo cattolico che prima sembrava disattento. C’è un impegno comune a creare condizioni di sviluppo, crescita, cultura e apprendimento. I corleonesi hanno tutte le potenzialità per farlo”.

Corleone, 11mila abitanti, finisce spesso sulle pagine dei giornali per episodi che diventano un caso. Basti pensare alla domanda per ottenere il reddito di inclusione sociale presentata al Comune dalla moglie del capomafia Rosario Lo Bue. Una notizia, che a ragione, ha suscitato non poca indignazione nell’opinione pubblica e l’arrabbiatura del sindaco che ha bloccato il procedimento e chiesto l’apertura di una indagine.

“La pratica – racconta il sindaco – era stata definita il 23 novembre, due giorni prima del voto. Io vengo eletto ufficialmente giorno 28 e il 30 novembre mi reco al Comune per il passaggio di consegne. Nel frattempo, il 26 novembre, la pratica era arrivata al Servizio sociale, e poi tornata indietro per alcune integrazioni. Il 4 dicembre ritorna ai Servizi sociali che la esitano favorevolmente. Come capisce chiunque, sono pratiche delicate. L’abbiamo bloccata subito e fatta cancellare dai database dell’Inps dove era nel frattempo arrivata tutta la documentazione. Sarà una indagine a stabilire se la signora ha i requisiti per ottenere ciò che chiede, adesso attendiamo di sentire gli organi di polizia giudiziaria. Stiamo facendo accertamenti che ci porteranno a capire meglio”.

Tuttavia era accaduto anche prima. Basti pensare che Lucia Riina, la figlia del superboss deceduto, aveva chiesto il bonus bebè dopo aver partorito. Ma come mai le famiglie mafiose si dichiarano nullatenenti? E’ una forma di provocazione nei confronti dello Stato?

“Saranno casualità – commenta ancora il sindaco – ma le abbiamo sventate tutte. Su queste persone abbiamo forti dubbi ma non certezze. E’ possibile che abbiano patrimoni nascosti, il dubbio sorge e alcuni fatti lo confermano. Ricordo ancora che Carmelo Gariffo, nipote di Provenzano, accampava diritti per ottenere dal Comune un posto di lavoro in quanto, a suo dire, nullatenente. Dopo una indagine abbiamo scoperto che possedeva un appartamento, passato poi nella disponibilità dello Stato. Forse alcune persone hanno tentato di approfittare dei periodi di transizione, in cui non c’è stata continuità dei soggetti preposti alla guida della comunità”.

A volte però, si è tentati di pensare che le cose non cambieranno mai. Ancora, e giustamente, clamore e irritazione per quel “Corleone, by Lucia Riina”, scelto come nome per un ristorante di Parigi, dove la donna si è trasferita, dice, in cerca, di una nuova vita che le permetta di valorizzare la sua identità di artista e pittrice.

“Ci sono altri modi per valorizzarsi”, tuona Nicolosi.

Il nome della figlia del sanguinario boss è stato tolto dall’insegna del locale, ma è lecito chiedersi sino a quando Corleone verrà associata e fatti e nomi poco edificanti per la sua immagine. Corleone, sarà sempre uguale a mafia?

Insomma, il futuro per Corleone, qual è?

“Io – conclude il sindaco – devo complimentarmi con le commissarie prefettizie per l’ottimo lavoro svolto. Hanno fatto tanto per mettere Corleone di nuovo in pista in una logica di legalità. Il futuro deve certamente essere diverso, senza più nessuna forma di mafia. Questo chiede a gran voce la gente di Corleone che è cambiata e sta ancora cambiando molto”.

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