L’Orto botanico di Palermo – tra i più importanti d’Europa e dell’area mediterranea –ha un patrimonio vegetale concepito come un’apertura alle piante del mondo. Giardino mediterraneo, dunque, terreno fertile. Come non associare questo esempio dal mondo naturale con un’apertura formale alle idee e agli uomini? Incontro, incrocio, intreccio: ecco che “Il giardino siciliano come metafora”, diventa metafora delle sfide che l’Europa e la Sicilia si trovano ad affrontare nell’età contemporanea. L’Institut français Palermo diretto da Eric Biagi e il Goethe-InstitutPalermo diretto da Heidi Sciacchitano invitano artisti e pensatori francesi, tedeschi e italiani ad aprire una prospettiva interdisciplinare sul tema della coesistenza, indagare il legame tra natura e politica e sviluppare spazi ed occasioni per pensare e praticare il bene comune.

Il progetto si inaugura venerdì 12 ottobre alle 17.30 con la conferenza sui giardini siciliani e, alle 19.00 con l’apertura della mostra. Saranno presenti la scrittrice Edith de la Héronnière, il fotografo Angelo Pitrone, gli artisti Anthony Carcone, Gaël Le Bihan e Christian Schreckenberger. L’iniziativa prevede un altro momento centrale il 4 novembre con il filosofo Emanuele Coccia.

Programma

Venerdì 12 ottobre 2018
Chiostro di San Domenico / Società Siciliana per la Storia Patria

Piazza San Domenico 1, Palermo

ore 17.30-19
Conferenza “Nei giardini di Sicilia”
Con Edith de la Héronnière e Angelo Pitrone
Moderano Giuseppe Barbera e Ida Rampolla del Tindaro

Un approccio al giardino e al paesaggio siciliano in letteratura con la scrittrice Edith de la Héronnière e la sua “guida” siciliana, il fotografo Angelo Pitrone.In Sicilia si sono incontrate e fuse diverse culture, dimostrando nei secoli che processi migratori e spostamenti di popolazioni sono fonte di ricchezza culturale, d’inventiva e di creatività. E’ proprio da questi incontri tra culture che ha avuto origine questa civiltà, lontana dall’Italia continentale, squisitamente siciliana, di cui oggi si apprezzano le opere architettoniche greche, arabo-normanne, barocche, pittoriche e letterarie.Unimmensopatrimonio artisticoe culturale che affonda le radici nella notte dei tempi.Una cultura millenaria eppure sempre attuale, nonostante i tentativi di omologazione, le difficoltà economiche e infrastrutturali, e nonostante i tentativi distruttivi operati soprattutto dalla criminalità organizzata. Così come millenaria e unica nel suo genere è la biodiversità presente sull’Isola.Che siano pubblici o privati, i giardini declinano a loro modo le tappe di questa integrazione culturale e di questa interpretazione delle civiltà del Mediterraneo. Possono essere visti come la porta d’ingresso principale in Sicilia.

ore 19-21
Inaugurazione mostra IL GIARDINO SICILIANO COME METAFORA

In presenza degli artisti Anthony Carcone, Gaël Le Bihan, Christian Schreckenberger

13 ottobre > 10 novembre

da martedì a sabato, ore 10 -17 (ingresso: 3 euro)

“Le foto di Gaël Le Bihan ritraggono le piante da vicino, irrimediabilmente vicino, concentrandosi sulla superficie del dettaglio. Non è solo una visione macro quella che l’artista francese suggerisce, ma è, soprattutto, un’analisi su come le piante morfologicamente si rapportano al mondo. Le foglie porose ci rammentano della permeabilità del mondo, del filtro che le piante mettono in atto sempre, del loro fondamentale contributo alla creazione dell’atmosfera, le cortecce della loro capacità di estendersi sulla superficie del globo, di moltiplicarsi e ripetersi al di là dei recinti posti dall’uomo. La materia si trasfigura, la bidimensionalità delle fotografie di Le Bihan evoca la tridimensionalità e lo spazio delle piante, rompendo e avvolgendo il fuori campo. L’installazione sonora di Carcone che insieme alla fotografie di Le Bihan costituiscono l’opera “Intima Natura” nella sala Santa Barbara acuisce il senso archetipico della ripetizione, svelando “il principio e la forza responsabili della trasformazione di qualsiasi oggetto, cosa o entità”. L’installazione di Carcone si basa infatti sulla gamma che alcuni ricercatori attribuiscono alle piante, il suono del filtro continuo delle piante nell’atto della creazione dell’atmosfera, il respiro delle piante che avvolge gli spazi e conduce alla sacralità dell’atto della creazione. Si tratta di un continuo slittamento di prospettive che trasforma e attraversa i limiti fisici e mentali del giardino.
“LokaleGruppe”, l’opera di Christian Schreckenberger­, allestita al centro del chiostro di San Domenico, prende avvio dalle colonne del porticato del chiostro, le cui strutture a spirale denotano il passaggio delle forme archetipiche della natura alla forme sintetiche prodotte dall’uomo. Schreckenbergerassorbe la metafora del giardino creando un ritmo di forme e strutture in cui l’artificio si confonde nei rimandi continui alla forme naturali, gli oggetti sono segmenti di colonne, ma allo stesso tempo segmenti di tronchi, ripetizioni di geometrie strappate tanto alla natura quanto all’artificio. I confini del giardino implodono svelandone l’inefficacia. In questa installazione sembra che la natura ricordi all’uomo il debito infinito che ha nei suoi confronti. L’arte, l’architettura, gli oggetti, il pensiero, tutto ci riconduce al principio creatore della natura”.Alessandro Pinto

L’ingresso alle iniziative del 12 ottobre è libero.

Domenica 4 novembre
ore 10.30
Dal ficus di piazza Marina alla radice di Palazzo Butera
“Piante e migrazioni” – Passeggiata filosofica con Emanuele Coccia
Nell’ambito di Cultivons notre jardin – Nuovo ciclo di incontri italo francesi sul mondo di domani organizzato da Institut français Italia

La passeggiata filosofica prevede l’ingresso gratuito alla sala della radice di Palazzo Butera.

In linea con il tema guida di Manifesta 12, Il giardino planetario. Coltivando la coesistenza, che deve il suo nome al paesaggista Gilles Clément e affonda le sue radici nel contesto botanico di Palermo per approfondire i temi della migrazione e del cambiamento climatico, Emanuele Coccia affronterà la questione della sensibilità vegetale intesa come forma di comunicazione, e il nuovo approccio che lega l’uomo ad altre specie viventi. A lungo limitata ad un approccio ecologico, la riflessione sul rapporto tra l’uomo e le piante è stata oggetto di molti studi recenti. Basandosi sulle nozioni di mescolanza, circolazione e trasformazione degli esseri e sulle proposte di Bruno Latour e di Christopher Stone circa il riconoscimento delle piante come soggetti politici, Emanuele Coccia proverà a tracciare una nuova mappa del mondo partendo dalla capacità degli uomini di migrare e affrancare l’essere umano dalle nozioni di popolo e territorio, proprio come fa Gilles Clément con le piante vagabonde.

BIOGRAFIE

Giuseppe Barbera è un agronomo italiano, professore ordinario di Scienze Agrarie, Alimentari e Forestali all’Università di Palermo. Si occupa di alberi, sistemi e paesaggi agrari. È stato responsabile e consulente di progetti di ricerca e ha curato il recupero del Giardino della Kolymbetra nella Valle dei Templi e del giardino Donnafugata nell’isola di Pantelleria. È stato membro del Consiglio del Parco della Valle dei Templi (2000-2009) e assessore al Verde del Comune di Palermo (2012-2014). Tra i suoi ultimi libri, Pantelleria. Di luce e di vento, di pietra e di fiori (Rizzoli, 2016) e Abbracciare gli alberi (II edizione, Il Saggiatore, 2017).

Anthony Carcone è un artista sonoro che vive e lavora a Parigi. Realizza concerti, installazioni sonore, colonne sonore, pubblicazioni audio e programmi radiofonici. Alcuni dei suoi lavori sono stati presentati a festival radiofonici in Francia, a Bruxelles, in Scozia, in Canada, in Messico e in oltre venti paesi in tutto il mondo. Ha anche suonato dal vivo con la sua band ETC dall’Europa alla Cina. Anthony Carcone suona la chitarra preparata. Il suono di questo strumento, migliorato dall’uso di micro contatti, non è accompagnamento ma più scultura sonora. Suonando da solo o in gruppo, Anthony Carcone produce musica cinematografica e ambient.

Emanuele Coccia è un filosofo italiano. Specialista di filosofia medievale e di Averroè, insegna all’École des Hautes Études en Sciences Sociales (EHESS, Parigi) dal 2011. I suoi libri si confrontano con il nostro rapporto con la realtà: La vita sensibile (Il Mulino, 2011), Il bene nelle cose (Il Mulino, 2014), sull’estetica della pubblicità. Ha pubblicato nel 2016 La vie des plantes. Une métaphysique du mélange, presso Payot et Rivages (La vita delle piante. Una metafisica della mescolanza, Il Mulino, 2017).

Edith de La Héronnièreè una scrittrice francese. Diversi suoi libri sono stati tradotti in italiano, tra cui La Ballade des pèlerins (La Ballata dei pellegrini, Sellerio, 2004), Mais la merdit non (Ma il mare dice no, L’Ippocampo, 2013). Nel 2009 ha pubblicato Le Labyrinthe de jardinou l’art de l’égarement (Klincksieck). Il suo interesse ventennale per la Sicilia si è dapprima concretizzato in un racconto, Du Volcan au chaos. Journal sicilien(Dal vulcano al caos, L’Ippocampo, 2004), poi in un saggio sui giardini siciliani: La Sagesse vient de l’ombre (Klincksieck, 2017)

Gaël Le Bihan è direttrice artistica e fotografa da più di 10 anni. Dopo avere studiato storia dell’arte e scultura, ricerca, sperimenta, scava e cambia diversi mezzi di espressione artistica per arrivare all’immagine e in particolare alla fotografia come mezzo per “fissare un istante che accade una volta sola”. Da 5 anni collabora con l’artista del suono Anthony Carcone.

Angelo Pitrone si occupa di fotografia fin dagli anni ‘70. Dagli anni ‘80 ha pubblicato diversi volumi fotografici realizzati soprattutto sul territorio siciliano: da Agrigento, sua città natale, a Palermo.Dal 2001 al 2008 ha insegnato “Storia e Tecnica della Fotografia” presso la facoltà di Lettere dell’Università di Palermo. Hanno scritto di lui: Giuseppe Tornatore, Edith de La Héronnière, Matteo Collura, Roberta Valtorta, Diego Mormorio, Giuliana Scimè, Gaetano Savatteri, Andrea Camilleri, Melo Freni, Francesco Calabrese, Maurizio Calvesi, Renato Tomasino, Aldo Gerbino, Enzo Lauretta, Pippo Pappalardo.

Christian Schreckenberger vive a Düsseldorf. Dopo aver concluso gli studi presso l’Accademia di Belle Arti di Düsseldorf, partecipa a diverse residenze di artista, tra cui nel 1999 a Etaneno in Namibia e nel 2007 a Villa Serpentara, Olevano Romano, in Italia. Ha esposto le sue opere in molte istituzioni, gallerie e musei in Germania e all’estero. Ha insegnato Scultura presso l’Università delle Arti di Siegen e Wuppertal, e dal 2015 è Professore di Forma Sperimentale presso l’Università delle Arti di Folkwang a Essen, Germania.

(foto fornite dall’ufficio stampa)