“Il governo regionale non presenta la richiesta e la Sicilia perde i fondi per la montagna: questo è il primo ‘regalo’ del presidente Schifani all’isola”. Lo denunciano Valentina Chinnici e Fabio Venezia parlamentari regionali del Partito Democratico che sull’argomento hanno presentato un’interrogazione all’Ars.

La Regione si lascia sfuggire oltre 7 milioni

“La ripartizione delle somme previste dal Fondo per la Montagna, istituito con la legge di Bilancio 2021, – spiegano i parlamentari – assegnava alla Sicilia 7.223.047 euro per azioni di tutela, promozione e valorizzazione delle risorse ambientali dei territori montani e per contrastare lo spopolamento dei piccoli comuni; ciascuna regione avrebbe dovuto trasmettere la richiesta di finanziamento entro il termine di 90 giorni dalla pubblicazione del decreto, ovvero entro il 2 novembre 2022, quando il presidente Schifani era già insediato e accorpava tutte le deleghe assessoriali”.

Persa opportunità per i comuni montani

“Solo Sicilia e Basilicata restano fuori dalla ripartizione dei fondi a disposizione perdendo una concreta opportunità per i comuni montani che necessitano di azioni concrete e fondi aggiuntivi per contrastare lo spopolamento e l’impoverimento del tessuto produttivo. Il governo spieghi il perché della mancata presentazione della domanda per ottenere i fondi – concludono i parlamentari PD nell’interrogazione – e rimedi con risorse aggiuntive per andare incontro alle esigenze dei comuni montani”.

La parifica sospesa dalla Corte dei conti

Intanto gli uffici dell’assessorato al Bilancio sono al lavoro per la verifica e il riallineamento dei conti della Regione alla luce della decisione sulla parifica da parte della Corte dei conti che ne ha disposto la sospensione. In linea teorica non ci sono effetti diretti tra la parifica sospesa del rendiconto 2020 e la definizione del documento a consuntivo del 2021 che riguarda il bilancio della Regione.

Su cosa stanno lavorando gli uffici regionali

A incidere sull’attuale quadro dei conti non sono solo le potenziali conseguenze a cascata, di per sé circoscritte negli effetti. Dopo l’adunanza di sabato scorso della Corte dei conti infatti, la coperta comincia a essere corta e occorre agire in maniera precauzionale e di controllo. Si lavora in via Leopardi alle variazioni di bilancio, alla manovra del prossimo anno e al disegno di legge sul rendiconto 2021.

Le fibrillazioni delle casse regionali

Al tempo stesso però la fibrillazione che si è determinata adesso nei conti dell’amministrazione regionale non può escludere una contrazione della spesa alla luce della ridefinizione delle partite contabili. Anche per quel che riguarda gli uffici di staff con i componenti esterni che rimangono da nominare (quattro su dieci per ogni assessorato regionale), questi non ricevono dalla decisione di sabato un corollario immediato, si tratta infatti di adempimenti legati al successivo rendiconto che rimane da approvare e che la Regione adesso sta perfezionando e rimodulando alla luce dello stop al precedente documento di bilancio.