Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, oggi a Palermo ha partecipato alla cerimonia di consegna da parte del sindaco di Palermo Roberto Lagalla dei locali provenienti da un bene confiscato, in via Stefano Turr 38, all’associazione Quarto Savona Quindici, presieduta da Tina Montinaro.

“Sono contento di aver partecipato a questo evento denso di significato. Si tratta di portare a compimento una missione che è quella di valorizzazione dei patrimoni sottratti alla mafia. Noi ci riprendiamo i proventi delle attività delittuose e le mettiamo a disposizione della società e delle iniziative più nobili – ha detto il ministro – Questo bene viene consegnato nelle mani dei migliori ne sono sicuro. Tina saprà costruire qualcosa di molto importante qui. Sicuramente torneremo”.

Il sindaco di Palermo Roberto Lagalla oggi ha consegnato le chiavi dell’immobile confiscato di via Stefano Turr, 38 alla presidente dell’associazione Quarto Savona Quindici

Tina Montinaro, vedova del capo scorta di Giovanni Falcone, ucciso nell’attentato di Capaci che oggi avrebbe festeggiato i 61 anni.

“E’ con grande felicità che oggi il Comune, alla presenza del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi – ha detto il sindaco – consegna le chiavi di questo bene confiscato all’Associazione Quarto Savona Quindici. Una sede che questa associazione e la sua presidente Tina Montinaro meritano per l’impegno sociale contro la mafia e per il sacrificio di Antonio Montinaro per il Paese e siamo convinti che questa sede sarà luogo di nuove e importanti iniziative per la legalità.

Il mio ringraziamento anche al direttore dell’agenzia nazionale dei Beni confiscati, il prefetto Bruno Corda, con il quale questa amministrazione ha instaurato una proficua collaborazione. La consegna di questo bene segna un ulteriore passaggio di questa amministrazione verso l’affermazione dei valori e della legalità in questa città”.

Mafia: Tina Montinaro, continueremo ad essere presenti

“Oggi più che mai, nel giorno in cui Antonio Montinaro avrebbe compiuto 61 anni, io posso dire, ancora una volta: non ci hanno fatto niente! Se dopo tanti anni per questo compleanno sono presenti tutte le istituzioni e il ministro dell’Interno veramente, non ci hanno fatto niente e noi continueremo ad essere presenti in questa città”. Così ha detto Tina Montinaro, moglie del caposcorta del giudice Falcone morto nell’attentato di Capaci del 1992, oggi e presidente dell’associazione Quarto Savona 15, nome in codice della scorta del giudice, che da oggi ha sede in un bene confiscato alla mafia, a Palermo in via Turr.

Alla cerimonia di consegna delle chiavi e della targa, oltre al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi e a Tina Montinaro, hanno partecipato il sindaco Roberto Lagalla, il prefetto Maria Teresa Cucinotta, il prefetto Bruno Corda, direttore dell’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata.

Mafia: Piantedosi, ‘Non ci hanno fatto niente’

“Aggiungo la mia particolare contentezza nel partecipare ancora una volta a Palermo a eventi come questo che sono densi di significato perché si tratta di mettere insieme l’impegno del sindaco e del comune di Palermo e delle istituzioni per portare a compimento la missione del ministero attraverso l’Agenzia per i beni confiscati. Che è quella di portare a valorizzazione i patrimoni sottratti alla mafia, in una logica che sostanzialmente e visibilmente viene sintetizzato da ciò che dice Tina Montinaro, ‘non ci hanno fatto niente’. Noi ci riprendiamo i proventi delle attività delittuose per metterle a disposizione della società e delle iniziative più nobili”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, a Palermo per la consegna di un bene confiscato all’associazione Quarto Savona quindici di Tina Montinaro.

Violenza donne: Piantedosi, ‘siano libere di uscire la sera’

“Bisognerebbe arrivare a una civiltà che faccia sì che le donne siano libere di uscire come vogliono, la sera, con la minigonna. Affinché’ le donne siano libere e non debbano avere paura. Le donne sono libere come gli uomini, libere come tutti”. Lo ha detto il ministro dell’interno Matteo Piantedosi, conversando con i giornalisti a Palermo a margine dell’inaugurazione del locale confiscato alla mafia dove avrà sede l’associazione Quarto Savona Quindici.

Dl Caivano: Piantedosi, tratto di penna non cancella disagio

“Le complessità di questo fenomeno sono tali che non è che pensavamo che con un tratto di penna queste si potessero cancellare. Le difficoltà del disagio minorile sono tali, soprattutto in aree come quelle di Napoli e Palermo, che sicuramente non si cancellano con un tratto di penna. Però è stato un passaggio importante. Noi abbiamo inaugurato un’attenzione che sia anche volta all’intensificazione del controllo del territorio e di contrasto a certi fenomeni”. Così ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi a Palermo – a margine dell’inaugurazione del locale confiscato alla mafia che ospiterà la dove avrà sede l’associazione Quarto Savona Quindici – a proposito del Dl Caivano approvato in Consiglio dei ministri.

“Anche qui, a Palermo – ha proseguito – c’è un’attenzione particolare nei confronti della Vucciria. Vogliamo dare un’idea, senza presunzione, di uno Stato che da’ un segno tangibile di riappropriarsi di certi spazi che – ha concluso – sono stati occupati in modo quanto meno disordinato”.

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   “Qualche volta – ha proseguito a proposito dell’hotspot di Lampedusa – ci hanno detto che non abbiamo una pianificazione ma abbiamo dimostrato che non c’è una sola persona che sia per strada, almeno non per motivi dovuti alla nostra pianificazione. Allo stesso tempo abbiamo dimostrato che non può esserci una pianificazione valida in assoluto rispetto a flussi che non controlliamo noi”.

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