Il mega rimpasto non ci sarà più. E l’unico che nonostante si fosse schierato non considera questa sconfitta come personale è Rosario Crocetta.
A poche ore dal 70% e più di no che in Sicilia hanno detto chiaramente come il vento stia tornando a soffiare dal lato noto nell’Isola e forse anche nel Paese, rotolano teste un po’ dappertutto tranne che nel governo della Regione.
Il governissimo del Presidente che poteva avere un senso logico in caso di vittoria del sì o subito prima adesso non ha più motivo di vedere la luce, almeno non ora.
Il No siciliano, dalle prime analisi, non sembra essere stato alla riforma costituzionale ma forse più politico che altrove. Per questo diventa improbabile che il governo della Regione ne subisca un contraccolpo.
Cadranno teste nel Pd e forse anche nei partiti alleati, i potenti collettori di voti escono ridimensionati e forse anche l’idea di Pd casa di tutti i moderati ne esce male ma non il governatore che prepara, adesso, il suo ultimo anno di governo con la precisa idea di farne una grande campagna elettorale.
Riflettori puntati su Roma e sul Pd, dicembre sarà un mese di silenzio per la Sicilia ma da gennaio si parte. Sperando che di Sicilia si torni a parlare. In realtà Crocetta potrebbe approfittarne per far fuori gli assessori renziani ma è più probabile che lasci tutto com’è vistpo che baccei è un’ottimo parafulmine,Gucciardi non è mai stato troppo lontano dal governatore e la Contrafatto è pur sempre un magistrato.
Ma se Crocetta non sente propria la sconfitta nonostante abbia apertamente dichiarato che avrebbe votato sì a Palermo c’è chi si intesta la vittoria. e’ Leoluca Orlando che commenta il 72% di No come ‘Atto d’amore verso al Costituzione’.
Insomma il No rimette tutto a posto e potremmo vedere di nuovo due leader simili affrontarsi sullo stesso terreno di gioco con le medesime armi.
Non sono di questa idea i 5 stelle che considerano la sconfitta come una chiara espressione di voto contro il governo della Regione “Il risultato del referendum in Sicilia non è solo la bocciatura del governo Renzi, ma, soprattutto, del suo maggiore sponsor nell’isola: il governo del PD e di Rosario Crocetta. Adesso dimissioni e parola ai cittadini – dicono i deputati regionali pentastellati – c’è da rimettere una Sicilia al lavoro e non può farlo chi ha perso in maniera così sonora. Grazie di cuore a tutti i cittadini siciliani che hanno dichiarato, con questo voto, la voglia di cambiare la nostra terra”.
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