Dura la vita degli attori, una professione fatta spesso di ruoli sottopagati e dalla concorrenza spietata di tanti attori che ambiscono a quelle poche parti a disposizione. E quando tra i concorrenti ci si mettono pure i politici aspiranti artisti allora è segno tangibile che c’è qualcosa che non va. La faccenda, riportata da La Repubblica è tanto comica quanto ‘tragica’. Da una parte, infatti c’è un rappresentante politico, uno delle massime cariche della Regione siciliana che vuole recitare in un film, dall’altra c’è la situazione di un attore siciliano a cui sarebbe stata negata una parte per fare spazio al politico aspirante star del cinema.
Dario Tindaro Veca sarebbe stato vittima del “furto” di una parte nel film il delitto Mattarella dal presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè. Il caso è sorto ieri, giorno di presentazione della pellicola Aurelio Grimaldi. Il film, è stato girato a Palermo e in altri paesi della provincia e ha già fatto parlare si sé nei giorni scorsi dopo che il sindaco di Corleone aveva deciso di finanziare il film girato anche nel paese ex roccaforte di Cosa nostra.
Ad annunciare la presenza di Miccichè nel film è stato ieri il regista Grimaldi il quale proprio accanto a lui ha annunciato l’inconsueta partecipazione del commissario di Forza Italia nel film in cui Miccichè veste i panni di del comunista Michelangelo Russo. “Vestire i panni di Michelangelo Russo – ha detto il presidente del Parlamento siciliano – è stata per me un’esperienza molto particolare, del tutto nuova e veramente emozionante”. Ora però l’attore Dario Tindaro Veca, che ha ricoperto in passato tanti ruoli in fil di successo, non nasconde la propria amarezza per l’accaduto. Secondo lo stesso artista palermitano, che ha mostrato alla stampa alche il contratto di collaborazione con la produzione e il copione, doveva essere lui a ricoprire la parte poi affibbiata a Miccichè. Il presidente avrebbe voluto una parte nel film. “Mi ha chiamato Grimaldi e mi ha detto che era molto dispiaciuto ma che il dottore Miccichè – dice l’attore a Repubblica – gli aveva chiesto di fare la parte di Russo. Non ci potevo credere. Accetto la concorrenza di altri attori, ma di un politico no”. E quindi? “Ho dovuto accettare la parte del capogruppo della Dc. Ma, se permette, io volevo fare il presidente dell’Ars. Non è la stessa cosa…”.
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