“Ho chiesto al Governo regionale che adotti i provvedimenti necessari affinché, con la Fase 2, a seguito del notevole calo della diffusione del Covid19, si possa consentire l’apertura delle palestre che hanno spazi esterni, oltre che la ripresa delle scuole sportive per i minori”.

Lo dichiara il deputato di Forza Italia all’Ars, on. Mario Caputo, il quale ha inviato una nota al Presidente della Regione e all’Assessore alla Salute.

“Dopo l’autorizzazione a recarsi in spiaggia e frequentare aree e parchi cittadini – conclude il Parlamentare – risulta incomprensibile, con l’adozione delle norme sul distanziamento sociale, mascherine e guanti, mantenere la chiusura delle palestre private che hanno ampi spazi esterni. Così come il divieto di attività di scuole calcio e altri sport per minori. I nostri bambini per mesi hanno già subito il trauma di non potere andare a scuola, interrompendo i rapporti sociali per stare a casa e non frequentare le scuole di sport all’aperto. È necessario sia dal punto di vista economico che sociale riaprire i centri sportivi privati che sono in condizioni di permettere di praticare sport in totale sicurezza”.

Ma la richiesta di riapertura delle palestre va ben oltre la lettera del deputato Caputo ed il governo è sottoposto al pressing delle Regione per la riapertura dei centri sportivi anche al chiuso o meglio delle palestre, delle piscine, i dei centri danza e i circoli di tutta Italia. L’auspicio del ministro dello sport Spadafora è per una ripartenza dal 18 maggio: le linee guida da rispettare per i siti sportivi in tempo di coronavirus sono comunque pronte e presto dovranno essere validate dal Comitato tecnico scientifico del governo.

Il documento ha l’obiettivo di costituire un indirizzo generale utile ad accompagnare la ripresa dello sport, attualmente limitata alla fase degli allenamenti, a seguito del lockdown per l’emergenza Covid19.

Dopo l’emanazione delle linee guida, in ambito sportivo sarà compito e responsabilità delle singole Federazioni olimpiche e paralimpiche, delle Discipline sportive associate e degli Enti di promozione sportiva, emanare appositi protocolli applicativi di dettaglio o integrare quelli già adottati.

Ma già le indiscrezioni sulle linee guida per la ripartenza creano disagi, e vengono tacciate di impraticabilità. E talune norme sembrano proprio essere inapplicabili, uno spot su una ripartenza impossibile

Ecco le regole contestate: utilizzo dei dispositivi di prevenzione del contagio (mascherine chirurgiche, guanti monouso); pulizia e sanificazione dei luoghi e delle attrezzature; realizzazione di segnaletica nel centro di entrata e uscita ben evidenziati; preparazione dei locali con percorsi differenziati; predisposizione di piani di evacuazione che evitino aggregazione in caso di necessità o urgenza; divieto di scambio tra operatori e personale comunque presente nel sito di dispositivi (smartphone, tablet) e di attrezzi sportivi.

Fra queste esistono almeno due norme contestate. In primo luogo l’uso della mascherina sembrerebbe obbligatorio anche durante l’allenamento ma questo è quasi impossibile. Uno dei principi essenziali di un allenamento è la creazione del ‘debito d’ossigeno’. E’ perfino ovvio che non si può gestire un allenamento in debito d’ossigeno con la mascherina. Sul divieto di scambio degli attrezzi sportivi se riferito agli operatori può avere un senso ma certamente non si può chiedere a chi si allena di usare un solo attrezzo e di non farlo usare agli altri, pena l’inutilità della palestra stessa.

Altre norme sembrano, invece, ovvie come lavarsi frequentemente le mani, anche attraverso appositi dispenser di gel disinfettanti; mantenere la distanza interpersonale minima di 1 metro, preferibilmente 2, in caso di attività metabolica a riposo (pause e recuperi); evitare di lasciare in luoghi condivisi con altri gli indumenti indossati per l’attività fisica, ma riporli in zaini o borse personali e, una volta a casa, lavarli separatamente dagli altri indumenti; disinfettare i propri effetti personali evitando di condividerli (borracce, fazzoletti, attrezzi); arrivare nel sito già vestiti adeguatamente all’attività che si andrà a svolgere e muniti di buste sigillanti per la raccolta di rifiuti potenzialmente infetti (essendo chiusi gli spogliatoi è inevitabile); bere sempre da bicchieri monouso o bottiglie personalizzate;  gettare subito in appositi contenitori i fazzolettini di carta o altri materiali usati.

Per le palestre, inoltre, sarà necessario riorganizzare il lavoro con l’obiettivo di ridurre il numero di operatori e soci contemporaneamente presenti; organizzare la sanificazione ad ogni cambio turno e una costante pulizia degli spazi;  aerazione frequente dei locali; organizzare un sistema di raccolta dedicato ai rifiuti potenzialmente infetti come possono essere fazzoletti, mascherine e guanti.