“Lo Stato ha sconfitto l’idea folle di Riina e altri esponenti mafiosi di fare la guerra allo Stato e vincerla. Lo Stato ha vinto continuando a rispettare la legge e la Costituzione”. Lo ha detto il procuratore di Palermo, Francesco Lo Voi. “L’attacco allo Stato – ha aggiunto – è stato il più grosso errore strategico di Riina e ha avuto ripercussioni pesantissime su Cosa Nostra, di cui alcuni mafiosi si sono ben resi conto”.

“Non è che l’idea della guerra allo Stato sia maturata solo con l’ascesa al potere di Riina, basta pensare a delitti e stragi avvenuti prima che questi prendesse il comando”, ha aggiunto Lo Voi.

“La differenza è che Riina ha pensato di fare di questo – ha concluso – non più una tattica ma una strategia, pensando di far cedere lo Stato, di imporgli modifiche legislative, di prevenire leggi sfavorevoli”.

E ancora: “C’è da chiedersi, e da chiedere agli uomini di Cosa Nostra, se valga la pena finire in carcere o venire ammazzati, fare questa vita e imporla ai propri familiari, o se non sia meglio piuttosto decidere di intraprendere un’altra strada”.

E infine: “Solo le indagini ci consentiranno di capire quale sarà la nuova struttura, anche di vertice, di
Cosa Nostra, dopo la morte di Totò Riina. Inutile fare ipotesi su cosa accadrà, sarebbero velleitarie. Muore Riina ma non finisce Cosa Nostra. Scompare quello che tuttora, nonostante la detenzione, era il capo della mafia, e si apre una nuova stagione. Ma Cosa Nostra non è finita”.

Sulla stessa lunghezza d’onda il neo procuratore nazionale Antimafia Federico Cafiero De Raho:  “si chiude un’era ma le organizzazioni mafiose continuano a essere sul territorio per cui è necessaria sempre la stessa attenzione ed efficacia nella lotta”.
“Lotta per la successione? Non credo – ha aggiunto – Dopo la forte pressione dello Stato, anche Cosa nostra ha iniziato ad usare la strategia della sommersione che è stato il punto forte della ‘ndrangheta”.