Non basta lo scontro fra Palermo e Roma con l’ex Ministro Gianpiero D’Alia che di fatto da vita al partito siciliano eleggendo il suo segretario in dissenso con Cesa e la segreteria romana che detiene il simbolo. Scoppia la guerra anche all’interno dell’Udc siciliano.

Il pomo della discordia è l’emendamento in discussione oggi all’Ars, presentato proprio dall’Udc, per l’abolizione della doppia preferenza di genere introdotta nell’ultima modifica elettorale e che impone agli elettori di esprimere una preferenza per un candidato uomo e una per un candidato donna quando si sceglie di esprimere più di una sola preferenza.

Un sistema per promuovere pari opportunità politiche e di rappresentanza uomo-donna che rispecchia la tendenza generale ma che la Sicilia tenta di abolire. E il siluro interno contro quella che considera una ‘follia’ arriva da Marianna Caronia che guida il partito a palermo

“Desidero esprimere il mio aperto dissenso nei confronti dell’emendamento presentato a Sala d’Ercole dall’On. Gaetano Cani, deputato dell’ Udc partito nel quale ricopro l’incarico di coordinatore nella città di Palermo – scrive senza mezzi termini in un suo documento la Caronia -. L’emendamento in questione, tendente alla abolizione della doppia preferenza di genere è una vera vergogna e mortifica l’impegno profuso in 70 anni della tante donne di ogni colore politico teso ad affermare il principio della parità di genere che sembra terrorizzare tanti uomini politici o pseudo tali”.

“Tentare poi di contrabbandare questo tentativo di vero e proprio “femminicidio politico” come provvedimento per evitare accordi sottobanco, sapendo bene che sono ben altri i modi con i quali si consumano queste deprecabili pratiche, oltre che essere puerile e ipocrita, è la riprova del terrore di costoro nel prendere atto delle affermazioni di tante donne anche in questo campo sinora considerato di loro esclusiva appartenenza”.

“Sono comunque certa che qualora questo emendamento, che mi auguro venga ritirato o dichiarato inammissibile, dovesse andare in aula verrebbe ampiamente respinto – aggiunge – in quanto frutto di una sparuta minoranza che ha paura e che lo sostiene per meschino calcolo personale”

“Invito in ogni caso i vertici dell’ Udc – conclude polemica -, anche se impegnati in un duro confronto interno, a unitariamente intervenire per bloccare una simile ignominia”.

(mav)