“Perché non c’è la mafia in Sardegna? Perché tre sardi hanno tre opinioni diverse sulla mafia. Sono gli effetti che vediamo di una politica da 20 anni sbagliata. Perché prima si pensa alla pecora e poi ai pastori. È un’autonomia che non ha più senso. La democrazia e la politica si stanno decentrando, ma non sanno cosa succede nella periferia. Forse non siamo all’altezza, forse siamo principianti come dicono. Il movimento è nato per dare uno strumento ai cittadini anche con Rousseau”.

A parlare è Beppe Grillo che nel suo spettacolo a Catania fa ridere meno del dovuto ma parla di politica e lo fa ammettendo, fra le righe, la sconfitta sarda. E’ sempre lui l’anima critica del Movimento 5 stelle ed è lui a creare un ponte fra Sicilia e Sardegna parlando proprio in Sicilia dell’ultima sconfitta elettorale dei 5 stelle. Una sconfitta che proprio lui ammette, anzi forse è l’unico ad ammetterla i  casa pentastellata ma lo fa con il livore di chi se la prende con l’arbitro.

Ma poi aggiusta il tiro e colpisce l’alleato Lega “Abbiamo cambiato il modo di fare politica. I partiti non ci sono più. Si stanno disintegrando, li abbiamo cancellati. Salvini? L’ho incontrato una volta in aeroporto: ‘c’è mia mamma al telefono è una sua fan’ e me la passa e io le ho detto ‘Come mai non ha preso la pillola?’ È uno leale ed è furbo perché sfrutta le piazze come facevamo noi. Però la Lega quello che stiamo facendo non lo sa. Stiamo cercando di fare capire alcune cose a questi giovani della Lega che non sono poi così coglioni…”.

Ma i responsabili della sconfitta sarda sono soprattutto i sardi che non hanno capito ma neanche gli italiani hanno capito secondo Grillo e nemmeno i suoi “Chi sono, chi siete… Cosa fate. Siete in dissesto, anche Roma è in dissesto… Non so con chi prendermela, con Di Maio, con suo papà… Sono un comico governativo…” sostiene Grillo al teatro Metropolitan di Catania già in apertura del suo spettacolo ‘Insomnia (Ora dormo!)’. “Mi contestano – aggiunge – mi gridano Grillo ritorna. Non sono mai andato, siete voi che siete cambiati, avete i debiti, ma anche i crediti. Voi siete tutto e il contrario di tutto… E’ tornato il badante della nipote di Mubarak, ho passato anni a prenderlo per il culo. Non è che si può condannare un puttaniere per eccesso di puttane…”.

E proprio mentre si consumava la sconfitta sarda e si preparavano i nuovi anatemi di Grillo il MOvimento cominciava a prepararsi per le europee. Si sono chiuse le candidature sulla piattaforma Rousseau per le Europarlamentarie in vista delle elezioni europee del 26 maggio secondo quanto riferisc il blog delle Stelle che annuncia i risultati: si sono proposte 2994 persone, di cui 405 donne e 2589 uomini. La circoscrizione con più candidati è quella meridionale con 914 candidature. La lista che sarà presentata ufficialmente per il 26 maggio dovrà essere composta da 76 candidati ed è già iniziato il processo di verifica dei requisiti secondo regolamento di ciascuna candidatura che durerà alcune settimane. Al termine di questo processo la lista dei candidati sarà resa nota a tutti gli iscritti M5s alcuni giorni prima del voto per permettere a tutti di prendere visione dei profili e votare. Quanto alle candidature, la percentuale di donne più alta si registra nella Circoscrizione Isole con un 16%, mentre la più bassa si registra nella Circoscrizione Nord Occidentale (10,7%). Le regioni con il maggior numero di candidati sono risultate, nell’ordine, Lazio, Campania e Lombardia

E intanto negli altri pariti cosa accade? Di Diventerà Bellissima si è detto nel fine settimana che non correrà con Fratelli d’Italia per le europee e neanche in seguito. E non si alleerà con la Lega nonostante i buoni anzi ottimi rapporti di Nello Musumeci con Salvini e con alcuni dei suoi fedelissimi. Il movimento del Presidente della Regione si, dunque, ago della bilancia politica ma non alle Europee e scompagina le carte.

Il ‘no ai populismi e ai sovranismi’ di Musumeci crea scompiglio in vista della composizione delle liste per le Europee e lui questo lo sa bene tanto che, per evitare contraccolpi sul suo governo che è impegnato in una difficile trattativa con Roma sul debito regionale da spalmare e sul salvataggio delle Province che complessivamente (fra debito regionale e provinciale) vale in tre anni circa un miliardo di euro, si dichiara neutrale proprio nella corsa alle Europee. Una mossa inattesa ma particolarmente ‘furba’ politicamente parlando.

In campo ci saranno probabilmente quattro schieramenti. Da una parte il centro destra con l’accordo già chiuso da Forza Italia con i centristi anche se la scelta dei candidati è tutta da fare visto che servono almeno 4 donne in lista, che devono esserci anche i sardi e che già solo gli uscenti prenderebbero tutti i posti utili. In troppi, però, scalpitano.

A testimoniare il dibattito in corso dentro Forza Italia, dopo lo stop del capogruppo al Comune di Palermo arriva anche la dichiarazione del capogruppo azzurro all’Ars “Io non so se voglio o non voglio essere candidato. Non so nemmeno se il Partito deciderà o non deciderà di candidarmi. Una cosa è certa: farò quello che mi indicherà il Partito nelle persone di Silvio Berlusconi e Gianfranco Miccichè” dice. Giuseppe Milazzo.

“Di certo – continua Milazzo – una mia eventuale candidatura non sarebbe accettata o portata avanti perché non avrei altro da fare. Ricordo a me stesso che grazie al mio Partito e ai Parlamentari regionali, sono Capogruppo di maggioranza relativa, di cui mi onoro e sono fiero di portare avanti quotidianamente gli obiettivi e i valori in cui crediamo”.

“Auspico – conclude il Capogruppo – che il Partito valuti attentamente la storia e la strada che ogni singolo candidato ha percorso in questi anni”.

Ma non basta. In Forza Italia c’è aria di cambiamenti con un occhio rivolto a Messina. Secondo Tempostretto i tempi sono maturi per addii annunciati. A quanto pare da tempo Genovese è pronto a dire addio. I rapporti con il coordinatore regionale Miccichè si sono incrinati da tempo, sin dalle Politiche dello scorso anno, quando il presidente dell’Ars alzò bandierina rossa ai candidati dell’ex sindaco di Messina (il cognato Rinaldi e l’uscente Maria Tindara Gullo). Frizioni che hanno avuto ripercussioni all’Ars con Luigi Genovese pronto ad agire di conseguenza.

Ci sono stati incontri con il governatore e quasi sicuramente l’area Genovese si “peserà” alle Europee su un candidato ma l’addio agli azzurri, è questione di giorni. Da settimane, però, si lavora all’intesa con ilMovimento del sindaco De Luca e le conseguenze sono “tangibili” in particolare con la presenza, anche in termini concreti, dell’assessore regionale Falcone e della deputazione azzurra. Già Tommaso Calderone al ballottaggio “preferì” De Luca a Bramanti e la stessa Matilde Siracusano, poche ore dopo la vittoria del sindaco, si lasciò andare a commenti favorevoli. Ma la sintonia è anche con Urania Papatheu.

E in casa Pd? Il bisogna sciogliere il nodo Leoluca Orlando che potrebbe chiedere spazio per se o per un suo fedelissimo sperando in una ripresa del consenso. Ma anche lì le tensioni sono tante fra le correnti, renziani in testa con il leader, l’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi, in Sicilia domani, mercoledì

Terzo schieramento sarà quello pentastellato che rimetterà in campo l’uscente Corrao mentre gli altri nomi usciranno da Rousseau. Infine la Lega, attesa ad un boom elettorale a questa tornata, che potrebbe ospitare candidati di area Meloni Fratelli d’Italia anche se non è cosa certa.

Da comprendere cosa faranno a sinistra del Pd e cosa in Fratelli d’Italia se non dovessero correre con la Lega.

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