“Ho denunciato il pizzo, ora rischio lo sfratto”: questa è la storia di Giuseppe Balsamo, imprenditore palermitano che si racconta ai nostri microfoni, descrivendo l’attuale disagio economico vissuto dopo anni di epopea giudiziaria e sociale. Una moglie e due figli a carico: sono tante le responsabilità sulle spalle dell’ex commerciante di un compro oro della Noce. Attività per la quale ha subito un tentativo d’estorsione, denunciato poi alle forze dell’ordine.

La storia di Giuseppe Balsamo

Esposti, quelli presentati da Balsamo, che contribuirono in maniera incisiva a smantellare parte del mandamento del quartiere. Da lì in poi però, per l’imprenditore è iniziata una vera epopea. “Nel 2014 mi hanno bruciato casa. I ladri sono entrati nel mio appartamento e mi hanno rubato tutto quello che avevo. Hanno prelevato perfino la mia macchina, per ben due volte. In seguito alle condanne, sono arrivate due lettere di minacce di morte. In questo lasso di tempo, sono rimasto senza protezione. Per questo esco raramente da casa”.

L’imprenditore non si pente della scelta fatta anche se, confessa, avrebbe condotto una strategia diversa. “Sono una persona che ha denunciato il pizzo. Lo rifarei anche domani mattina. In questi anni però ho perso tutto. Da otto anni vivo una vita disastrata da un punto di vista economico e sociale. Spero che lo Stato trovi la forza di aiutare le persone che, come me, decidono di denunciare”.

“Rischio lo sfratto, aiutatemi”

Anni duri non solo da un punto di vista emotivo, ma anche economico. Balsamo, infatti, non ha avuto più occasione di riavviare la sua attività economica. Fatto che lo ha costretto, insieme alla sua famiglia, a condizioni di ristrettezza finanziaria. Da imprenditore e gestore di un’attività, a percettore di reddito di cittadinanza a rischio sfratto. “In questi giorni verrà l’ufficiale giudiziario che mi butterà fuori di casa. Non so dove andare a vivere. Nessuno mi vuole affittare un appartamento perchè con il reddito di cittadinanza nessuno sembra fidarsi”.

Una deadline fissata per il 19 aprile e alla quale Balsamo non riesce a trovare una soluzione. A tal proposito, l’imprenditore chiede aiuto ai privati, affinchè qualcuno gli affitti una casa. “Non riesco ad uscire da questa situazione. Ho chiesto aiuto al Comune, per avere un bene confiscato alla mafia. Ma le liste sono enormi, con tempi lunghissimi. Ad oggi non sono nemmeno in graduatoria. Ho il numero di protocollo, ma non sono nella classifica. Ciò avverrà soltanto a settembre, unico momento dell’anno in cui vengono caricate le pratiche. Sono disposto anche a pagare l’affitto. Non lo voglio gratis”.

“Aspetto che mi riconoscano lo stato di ‘testimone di giustizia’”

Giuseppe Balsamo attende poi notizie sul fronte giudiziario. Un paio di anni, racconta, ha presentato domanda per avere riconosciuto lo status di ‘testimone di giustizia‘. Una qualifica che, secondo la sua opinione, faciliterebbe la sua vita e quella della sua famiglia. “Ho cambiato tre avvocati. Da due anni ho fatto richiesta in Procura, ma ad oggi non ho ancora ricevuto una risposta. Questo status mi darebbe una maggiore serenità, con una protezione maggiore rispetto a quella attuale. In più, ci sarebbe la possibilità di trovare una mansione. E’ una cosa importante che mi ridarebbe dignità”.

 

 

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