Passi avanti in commissione Giustizia del Senato sul Codice Antimafia. Ma tra polemiche. Dopo l’intesa raggiunta nei giorni scorsi in maggioranza, i relatori hanno depositato oggi un emendamento per prevedere che il giudice possa individuare l’amministratore giudiziario per i beni confiscati alla mafia anche tra i dipendenti dell’Agenzia ed è stato fissato a lunedì 29 maggio alle 18 il termine per la presentazione dei subemendamenti.

E’ stata poi approvata la proposta di modifica (25.4 testo 2), messa a punto da Maria Mussini (Misto), che sposta di fatto, dalla Presidenza del Consiglio al ministero dell’Interno, la competenza dell’Agenzia che gestisce i beni sequestrati alla mafia.

Ma l’emendamento che ha scatenato l’ira di FI con il senatore Francesco Nitto Palma che se n’è andato dalla commissione per
protesta è quello che prevede più sedi per l’Agenzia. “Quando ho visto questo – spiega Palma – ho pensato che fosse inutile
continuare la battaglia in commissione, vedremo direttamente in Aula cosa accadrà”. Nel testo licenziato dalla Camera si diceva che la sede principale diventava Roma, mentre quella secondaria era a Reggio Calabria. Con un altro emendamento del relatore
(25.2) approvato oggi, invece, le sedi diventano di fatto 7: oltre a quella di Roma se ne prevedono altre a Reggio Calabria, Palermo, Catania, Napoli, Bologna, Milano.

“Una cosa – commenta anche il senatore di FI Giacomo Caliendo – che non ha senso”. Così come per gli azzurri, ma anche per buona parte di Ap, non avrebbe grande senso che si estendano le misure di prevenzione personali e patrimoniali previste per i reati di mafia anche per chi commette quelli contro la Pubblica Amministrazione, cioè per i reati di corruzione. E anche se nell’intesa di maggioranza raggiunta sul Codice si è deciso di non far rientrare in questa previsione il peculato, sembra che la norma non risulti comunque granché gradita al centrodestra.

“E’ un provvedimento che è ormai alle sue battute finali in commissione – assicura comunque l’esponente Dem Franco Mirabelli
che segue per il gruppo il provvedimento – e che contiamo di portare in Aula al più presto”.