L’operazione Cicero della nucleo di polizia valutaria della Guardia di Finanza ha messo in luce una rete che ha sostenuto e appoggiato la cosca dell’Acquasanta. Imprenditori e professionisti, i cosiddetti colletti bianchi che hanno creato le condizioni per fare arricchire cosa nostra.
“Una scelta consapevole – ha detto in conferenza stampa il procuratore aggiunto Vittorio Teresi – L’avvocato Marcatajo ha fatto una scelta di campo, ha deciso di appoggiare la cosca di Graziano mettendo in campo società che potessero gestire i beni della cosca”.
In carcere sono finiti Francesco Cuccio, 67 anni, Angelo Graziano, 36 anni, Francesco Graziano, 41 anni, Vincenzo Graziano, 64 anni, Marcello Marcataio, 68 anni. Ai domiciliari sono finiti Maria Virginia Inzerillo, 37 anni, Giorgio Marcatajo, 32 anni, Giuseppe Messeri, 49 anni, Ignazio Misseri, 25 anni.
Nell’inchiesta sono finiti l’avvocato palermitano, Marcello Marcatajo, 69 anni finito in carcere, mente il figlio Giorgio è ai domiciliari.
Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, intestazione fittizia di beni, riciclaggio e reimpiego di capitali illeciti, con l’aggravante di aver agevolato Cosa nostra.
In carcere sono finiti anche Francesco Cuccio (ingegnere), Angelo e Francesco Graziano figli di Vincenzo, a cui è stato notificato il provvedimento in carcere.
Ai domiciliari Maria Virginia Inserillo, moglie di Francesco Graziano; Giuseppe Messeri e Ignazio Misseri, padre e figlio, un errore solo in fase di registrazione all’anagrafe.
L’operazione è stata denominata Cicero ed è coordinata dal procuratore di Palermo Francesco Lo Voi, dall’aggiunto Vittorio Teresi e dai pm Annamaria Picozzi, Amelia Luise, Roberto Tartaglia e Francesco Del Bene.
L’inchiesta è solo all’inizio ci sono al vaglio dei finanzieri anche le posizioni di altri professionisti che hanno rapporti con Cosa Nostra.
“I professionisti che favoriscono Cosa Nostra e con le loro azioni consentono alla mafia di delinquere non hanno più alibi e devono essere consapevoli delle loro enormi responsabilità”.
Lo ha detto il procuratore aggiunto di Palermo, Vittorio Teresi, commentando il blitz della Guardia di Finanza che ha portato all’arresto di nove persone, tra cui un noto avvocato palermitano, Marcello Marcatajo, e l’ingegnere Francesco Cuccio. Marcatajo sarebbe stato “consulente economico” della cosca dell’ex boss Galatolo e ne avrebbe gestito gli affari immobiliari.
“Se è vero che la mafia militare è indebolita – ha aggiunto Teresi – non si può dire altrettanto del livello economico e politico, che è sempre più forte”. “L’indagine di oggi – ha detto il comandante del nucleo speciale di polizia valutaria della Finanza, Giuseppe Bottillo – ha disvelato il ruolo dei professionisti che, da meri prestanome, sono diventati organici a Cosa Nostra, scegliendo di delinquere e adoperarsi per il sodalizio mafioso”.
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