In Sicilia ci sarebbe almeno un milione di metri cubi d’amianto disseminato nell’ambiente e almeno 330 istituti scolastici sarebbe a rischio. Sono i dati allarmanti che emergono dall’audizione convocata dai deputati regionali M5S sullo allo stato d’attuazione della legge regionale dell’ottobre del 2014 e sulla definizione del piano regionale dell’amianto. All’audizione tenuta in commissione ambiente all’Ars era presente il dottore Antonio Patella, Dirigente Servizio S.6. Ufficio Amianto e i deputati regionali M5S Valentina Palmeri, Stefania Campo e Nuccio Di Paola.
Di questa enorme quantità di amianto abbandonato solo il 2% alll’anno viene rimosso e smaltito. Su 390 comuni, solo 21 hanno presentato il piano comunale per il censimento e la mappatura dell’amianto. Un centinaio lo stanno ancora redigendo ma la maggior parte dei comuni siciliani non ha nemmeno iniziato. Sono numeri impietosi che mostrano come l’attuazione della legge regionale sull’amianto sia ancora in alto mare.
“A distanza di 5 anni dalla legge regionale 10/2014 in Sicilia – spiegano i componenti della Commissione Ambiente Ars Giampiero Trizzino, Nuccio Di Paola, Valentina Palmeri e Stefania Campo – non abbiamo ancora un piano regionale per l’amianto, non abbiamo discariche autorizzate per lo smaltimento, non ci sono i 20 milioni previsti dalla legge. Peraltro abbiamo avuto indicazione di dover chiarire questi aspetti con il Dipartimento di economia”.
All’inizio dell’anno scolastico, secondo i dati presentati, 330 scuole in Sicilia sono a rischio amianto. “Dal momento in cui sarà approvato il piano regionale amianto – continuano i Pentastellati – la tempistica della legge avrà un termine improrogabile e inizieranno a scattare le sanzioni e i tagli ai contributi, rispettivamente, per i cittadini che non faranno autodenuncia entro 90 giorni dall’approvazione del piano e per i comuni che non presenteranno il piano comunale per la rimozione dell’amianto negli edifici pubblici entro 120 giorni. Serve inoltre che la Regione individui al più presto il luogo dello stoccaggio. Faremo ulteriori audizioni in commissione ambiente all’Ars per valutare questi aspetti”.
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