La Sicilia continua a primeggiare tra le regioni per ettari di terreno coltivato a biologico anche se sta iniziando a perdere terreno. Come si legge sul Sole 24 Ore, lo confermano i dati Sinab presentati da Ismea nell’ambito del convegno “Appuntamento con il bio: l’agricoltura biologica del futuro” che si è tenuto a Roma mercoledì 6 luglio.
Un calo drastico del bio in Sicilia
Per la Sicilia si tratta di un calo deciso degli ettari coltivati a biologico. Si parla di un -17,4% visto che si passati da 382.798 ettari a 316.147 ettari. Un calo spiegato con la “mancata copertura dell’impegno agroambientale e dei relativi pagamenti a superficie”. Si tratta del peggior risultato nel confronto tra 2021 e 2020 mentre ci sono regioni che crescono come Campania (+55%), Toscana (+25%) e Friuli-Venezia Giulia (+23%) e Toscana (+25%).
Sicilia ancora prima per numero di operatori
La distribuzione regionale degli operatori conferma ancora il primato della Sicilia con 11.128 operatori, seguita da Calabria e Puglia, con 10.400 e 9.232 operatori rispettivamente. Altre sono, invece, le regioni che nel 2021 registrano gli incrementi percentuali maggiori. Ben quattro presentano un aumento superiore al 15%: Basilicata (+32,5%), Campania (+26,5%), Friuli-Venezia Giulia (+21,9%) e Toscana, (+16,5%).
In Sicilia valore in controtendenza
In Italia, secondo i dati Sinab, la superficie biologica italiana aumenta del 4,4% arrivando a sfiorare i 2,2 milioni di ettari a fine 2021. Un valore in controtendenza rispetto a quello siciliano dove si registra un decremento. Tra le diverse coltivazioni bio crescono le colture permanenti (+3,5% nel complesso), con andamenti diversificati tra le diverse tipologie: si riducono gli agrumeti (arance -17,2% e limoni -0,8%) e rimangono sostanzialmente stabili i meleti bio (-0,4%) e gli oliveti (+0,5%) mentre aumentano i vigneti (+9,2%) e i noccioleti (+12,5%). Crescono anche le superfici investite a cereali (+2,8%) trainate soprattutto dai maggiori investimenti a grano duro e tenero, mentre risultano stabili le colture foraggere (-0,7%) e i prati e pascoli (-0,8%).
Esplosione del settore vitivinicolo
“Rileviamo quattro dati importanti – dice Angelo Frascarelli, presidente di Ismea –. Da una parte continuano a crescere la superficie e gli operatori bio con l’esplosione nel 2021 del settore vitivinicolo dall’altra l’incidenza sugli acquisti alimentari delle famiglie resta stabile al 3,9%. Lo sviluppo dell’agricoltura biologica è considerato tra i principali driver della transizione verde e la politica italiana ha deciso di aumentare il sostegno al bio, con un incremento di risorse di 720 milioni di euro nei prossimi 4 anni. In sintesi, cresce l’offerta e il ruolo politico-ambientale del bio, ma non cresce il consumo e il valore del mercato. Molte luci e qualche ombra: è necessaria una valutazione del ruolo del bio nella specificità italiana”.
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