Il settore dei giocattoli vede globalmente una flessione nelle vendite, che restano però ben sopra i dati pre-Covid. Se, infatti, nel 2023 le vendite di giocattoli nei dodici mercati globali (Australia, Belgio, Brasile, Canada, Francia, Germania, Italia, Messico, Paesi Bassi, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti) sono diminuite del 7% rispetto al 2022, segnano un +17% rispetto al 2019. Un comparto che sembra dunque in salute, almeno dai dati diffusi da Assogiocattoli e raccolti da Circana sul mercato dei giocattoli 2023, anche se va ricordato l’effetto dell’inflazione che tende a gonfiare i numeri, dato che il prezzo medio di vendita nel 2023 è aumentato dell’1% anno su anno e del 18% rispetto al 2019.

I giochi più richiesti in Italia

Al netto di questa precisazione, in Italia il segmento che presenta un maggior giro d’affari è quello dei giocattoli per l’infanzia e prescolari, ma sono buone anche le performance dei giochi per bambini più grandi. I più richiesti sono i giochi in scatola, i puzzle e i peluche. Queste tre tipologie da sole contribuiscono circa alla metà della crescita del mercato. Non solo, i giochi da tavolo e i puzzle sono la categoria con il miglior incremento di fatturato rispetto al 2022. Vanno a ruba anche i giochi a tema animali, supereroi e manga, oltre alle carte da gioco collezionabili. Sul podio dei brand più venduti troviamo nell’ordine: Barbie, Marvel Universe e Pokémon.

Le aziende del commercio al dettaglio sono oltre il 74% del settore giocattoli

Compreso l’andamento del mercato, viene spontaneo chiedersi quali siano le caratteristiche delle realtà che operano nel settore giocattoli in Italia e quanto le aziende del comparto siano puntali nei pagamenti. Cominciamo con il dire che le circa 5.600 aziende si possono suddividere in tre categorie: commercio al dettaglio di giocattoli, rappresenta il 74,3% del mercato con 4.173 aziende, commercio all’ingrosso di giocattoli, 14,4% del totale con 806 aziende e industria e produzione di giocattoli, 11,3% del totale con 635 aziende. Si tratta di imprese che si concentrano geograficamente soprattutto nel Sud e nelle Isole (42,4%) e a livello regionale in Campania (18%), Lombardia (13,8%), Lazio (9,7%) e Sicilia (9,5%). Le altre regioni italiane non raggiungono il 7% di presenze.

I tempi medi di pagamento delle aziende del settore giocattoli

Quanto invece alla affidabilità, in base allo Studio pagamenti di Cribis, a dicembre 2023 i pagatori puntuali del settore giocattoli in Italia rappresentavano il 36,3% del totale, mentre i grandi ritardatari (pagamenti con oltre 30 giorni di ritardo) sono l’11,4%. Il che vuole dire che il comparto performa peggio della media italiana, dove i pagatori puntuali sono il 41,1% e i grandi ritardatari il 9,6%. Non mancano però differenze da una categoria all’altra. I pagatori puntuali sono, infatti, di poco superiori alla media italiana per l’industria e produzione di giocattoli (41,2%), ma inferiori per il commercio all’ingrosso di giocattoli (35,7%) e il commercio al dettaglio di giocattoli (35,6%). Mentre per quel che riguarda i ritardi gravi si resta sempre sotto la media italiana, con il commercio al dettaglio di giocattoli con pagamenti oltre i 30 giorni dalla scadenza al 12%, l’industria e produzione di giocattoli al 9,9% e il commercio all’ingrosso di giocattoli al 9,8%. Di contro, i tempi medi di pagamento di tutto il comparto giocattoli sono di 65 giorni, inferiori rispetto al valore medio italiano di 69 giorni.

Trend di pagamento in peggioramento per il settore giocattoli

La puntualità sfortunatamente registra nel 2023 un peggioramento rispetto all’anno precedente, passando da 38% del quarto trimestre 2022 al 36,3% del quarto trimestre 2023, anche se il dato resta migliore rispetto allo stesso periodo del 2021 (33,1%) e soprattutto del 2020 (29,1%). Allo stesso modo, peggiorano i ritardi gravi rispetto all’anno precedente, passando da 10% del quarto trimestre 2022 all’11,4% dello stesso periodo del 2023, ma restano inferiori al quarto trimestre 2021 (14,2%) e 2020 (19,1%). Non resta che sperare in una stabilizzazione a livello economico e geopolitico in modo che anche la gestione dei crediti delle imprese e la liquidità possano beneficiarne a favore di una maggiore affidabilità delle aziende. Di questo e di molto altro, si parlerà in occasione della presentazione dello studio pagamenti 2024, che si terrà il 28 maggio prossimo.