La Sicilia fanalino di cosa anche per quanto riguarda i ritardi i tempi dei pagamenti delle imprese. Secondo lo studio sui pagamenti di Cribis, aggiornato al primo trimestre 2019, in Sicilia le aziende hanno più difficoltà a rispettare le scadenze. Ultima provincia è Caltanissetta, preceduta da Enna e Palermo.

La Lombardia è la regione in cui vengono rispettate maggiormente le tempistiche. Sono tre le province lombarde in vetta e tre siciliane in coda nella graduatoria nazionale per la puntualità nei pagamenti delle imprese stilata da Cribis, società del gruppo Crif specializzata nella business information.

Tra le 10 province dove le imprese non riescono a rispettare i tempi di pagamento, le ultime sei posizioni sono occupate da realtà siciliane: dopo Caltanissetta, Enna e Palermo troviamo nell’ordine Trapani, Messina e Siracusa. Tra le meno virtuose al settimo posto c’è anche Caserta, all’ottavo Reggio Calabria e al decimo Ogliastra. Nona Agrigento.

La Sicilia che occupa l’ultima posizione del ranking regionale, con una quota pari al 17,1%, preceduta da Sardegna (20,3%) e Puglia (24,1%). L’analisi di Cribis evidenzia che oltre un terzo (35,3%) delle imprese del nostro Paese effettua i suoi pagamenti nei termini previsti, una percentuale in diminuzione rispetto a quella registrata nello stesso periodo del 2018 (37,2%). Oltre la metà delle aziende (53,4%) adempie i propri obblighi di pagamento con un ritardo massimo di 30 giorni, mentre l’11,3% supera il mese di ritardo.

“L’Italia rimane un Paese dove si paga mediamente a 89 giorni, con picchi di quasi 120 giorni per sanità e costruzioni. Già di per sé questo è un dato problematico per le imprese italiane, se poi si aggiunge che nel primo trimestre 2019 – spiega Marco Preti, Amministratore Delegato Cribis – rispetto all’analogo periodo 2018, le aziende che pagano con ritardi gravi sono aumentati del 6%, appare chiaro che la gestione del credito è sicuramente complessa per le aziende italiane. I settori con la minore incidenza di imprese con ritardi oltre i 30 giorni sono stati il manifatturiero (7,9%), quello finanziario (8,7%) e quello minerario (8,8%). La situazione è più critica nel commercio al dettaglio con incidenza di imprese con ritardi gravi del 17%. Di fronte a un simile scenario generale che vede aumentare i gravi ritardi nei pagamenti, è necessario che le aziende selezionino con sempre maggiore cura e prudenza i loro interlocutori, dotandosi di strumenti di monitoraggio e analisi dell’affidabilità economico-commerciale di partner e fornitori”.

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