• La denuncia della Cisl Fp Sicilia: “Inaccettabili rimpalli di responsabilità sul rinnovo del contratto”
  • Il sindacato accusa Aran e Regione: “I tempi stringono”
  • “Riproporre il contratto alla Corte dei Conti“.
  • In assenza di risposte il sindacato annuncia proteste.

“L’anno, anche finanziario, si sta chiudendo e ancora la Regione non ha trovato una soluzione utile e percorribile per portare a termine il rinnovo del contratto dei dirigenti regionali”. A dirlo il segretario generale della Cisl Fp Sicilia, Paolo Montera, con il segretario regionale dei dipendenti della Regione, Fabrizio Lercara, e il responsabile della categoria, Paolo Luparello.

Cisl: “Inaccettabili rimpalli di responsabilità”

“Assistiamo ancora a un inaccettabile rimpallo di responsabilità tra Aran, assessore alla Funzione pubblica e Giunta e a pagare le spese di questi tira e molla è un’intera categoria di lavoratori il cui ultimo rinnovo contrattuale risale al 2006, ovvero circa 15 anni addietro”.

Le accuse all’Aran e Regione: “I tempi stringono”

“È assurdo che ad oggi il Governo regionale non sappia qual è la procedura corretta da seguire per arrivare al risultato. E non vogliamo credere – aggiungono i sindacalisti – che dietro questi tentennamenti ci sia piuttosto la volontà politica di far semplicemente passare il tempo, con la fine della legislatura alle porte. I tempi stringono”.

Riproporre il contratto alla Corte dei Conti

“Ognuno si attivi, per la propria parte di competenza, affinché si applichino le norme vigenti per riproporre il contratto alla Corte dei Conti. Pretendiamo un dialogo e un confronto sincero rispetto ad un tema così importante. In assenza di risposte, non esiteremo ad attivare ogni azione utile a tutela dei diritti dell’intera categoria”.

Lo stop della corte dei conti a febbraio e luglio

Il nuovo contratto non aveva retto all’esame della Corte dei Conti per ben due volte. Prima a febbraio e poi a luglio scorso. Tra le motivazioni della magistratura contabile “la mancata compatibilità finanziaria ed economica” del nuovo contratto. In proposito si era sollevato un gran polverone con le organizzazioni sindacali a pressare la Regione affinchè trovasse al più presto una soluzione. Si parlò addirittura di “una gravissima violazione dei diritti di un’intera categoria di lavoratori, ad oggi l’unico comparto della pubblica amministrazione di tutta Italia a scontare ben due bienni di ritardo e ad attendere da oltre 15 anni il rinnovo contrattuale”.

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