Un uomo di 68 anni è morto a Trappeto in località Settepani a causa di un incendio che ha investito la sua casa. Ha perso la vita durante l’evacuazione delle case che era stata ordinata. La vittima sarebbe stata presa dal panico, una volta viste le fiamme, ed è stato colto da malore. Il corpo trovato fuori dall’abitazione. Sul posto i carabinieri della compagnia di Partinico e il medico legale.
L’uomo deceduto al confine tra Trappeto e Balestrate è Salvatore Albano di 68 anni. Il corpo dell’uomo nato a Monreale è stato trovato in Contrada Pantalina. Le indagini sono condotte dai carabinieri della compagnia di Partinico.
L’inferno degli incendi in Sicilia
Col rialzo delle temperature che da 48 ore sfiorano i 35 gradi e il vento di scirocco la Sicilia è ripiombata nell’incubo incendi. Da Palermo, a Trapani, da Catania a Messina, da Caltanissetta a Enna i mezzi di soccorso sono stati impegnati senza sosta per mettere in sicurezza le abitazioni minacciate dalle fiamme e spegnere i roghi. Una cinquantina i focolai sui quali sono intervenuti i vigili del fuoco, i forestali e i volontari della protezione civile regionale. A Palermo è stato evacuato un edificio del campus universitario dopo che le fiamme hanno lambito le facoltà di Chimica e Fisica mentre in provincia alcune scuole state chiuse.
Dalle scuole chiuse alle polemiche
Per il troppo caldo nelle classi, il dirigente del lice scientifico Benedetto Croce di Palermo ha disposto l’uscita anticipata di tutti gli studenti, rimasti a scuola appena un’ora (erano entrati alle 11 per i doppi turni, sono usciti alle 12.10). Alcuni residenti del quartiere periferico di Brancacci, la scorsa notte, hanno abbandonato le case rifugiandosi per strada o arrampicandosi sui tetti per paura delle fiamme che stavano bruciando un agrumeto. Roghi anche in provincia: Altofonte, Gratteri, Gibilrossa, Misilmeri, Piana degli Albanesi, Torretta e Prizzi. A Gratteri, paesino nelle Madonie con poco meno di mille abitanti, il sindaco, Giuseppe Muffoletto, ha chiuso le scuole. Alimentato dallo sciocco il fuoco, partito da Gibilmanna, è arrivato alle porte di Cefalù, estendendosi in una zona già devastata dagli incendi dello scorso luglio. Le fiamme sono arrivate nella contrada di Rapputi creando una “situazione molto complicata”, ha detto il vice sindaco di Cefalù, Rosario Lapunzina. Un canadair inviato nella mattinata ha dovuto interrompere le operazioni a causa del vento forte.
La polemica tra Schifani e il vescovo
La paura ha innescato un botta e risposta tra il vescovo di Cefalù Giuseppe Marciante e il governatore della Sicilia Renato Schifani. “Occorre organizzare una protesta generale davanti all’inerzia colpevole dei vari governi regionali. Mi dispiace tanto. Tra incendi e calo demografico avanza la desertificazione della Sicilia”, la riflessione del prelato, secondo cui “ormai il fenomeno degli incendi è diventato insopportabile”. “Stupiscono le parole del vescovo di Cefalù, che rischiano solo di alimentare proteste e fomentare la sommossa popolare – la replica di Schifani – Comprendo e condivido la rabbia e l’indignazione per questo ennesimo scempio ai danni del nostro territorio e delle nostre comunità, ma riteniamo ingiustificabili gli attacchi a questo governo regionale che fin dal suo insediamento ha lavorato e continua a lavorare per risolvere in maniera strutturale i problemi della Sicilia, tra i quali gli incendi, operando strategicamente per la tutela del territorio e la prevenzione”. E ricorda al vescovo “che abbiamo dovuto pagare un duro prezzo in termini di vite umane nel contrasto ai roghi causati spesso da criminali senza scrupoli”. Proprio per domare questo incendio da ieri sera sono impegnati 12 squadre con 50 operai forestali, 12 autobotti, 6 ispettori del corpo forestale della Regione, 2 canadair e 2 elicotteri. Una ventina gli interventi nell’area di Trapani, in particolare nella zona di Castellammare del Golfo, mentre sono stati domati dopo diverse ore i roghi in provincia di Messina: Letojanni, Barcellona Pozzo di Gotto, Sant’Agata di Militello, Patti, Sinatra, Mistretta, Tusa. I pompieri hanno lavorato incessantemente per la salvaguardia di persone, animali e abitazioni, i roghi hanno carbonizzato decine di ettari di terreno. Danni anche nel Nisseno e nell’Ennese.
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