Verso una seduta all’Ars il prossimo 8 luglio per parlare a fondo dello “scandalo corruzione” ovvero dell’inchiesta della Procura di Palermo che tira in ballo il Presidente del Parlamento. Dopo i contributi per gli eventi, gli incarichi ai suoi collaboratori, l’auto a nolo offerta gratuitamente, i biglietti omaggio e le improbabili utilità, spunta anche l’uso improprio dell’auto blu ma soprattutto spuntano le intercettazioni durante i presunti incontri riservati fra gli imprenditori e gli uomini, anzi forse sarebbe il caso di dire le donne, di Galvagno. Le indiscrezioni crescenti sull’indagine per corruzione che vede fra gli indagati il Presidente dell’Ars Gaetano Galvagno, numerosi suoi collaboratori (ormai appare chiaro che siano più dei due sempre nominati ma che una in particolare sia il fulcro della vicenda) e due imprenditori siciliani fra Palermo e Catania, sembra una specie di soap opera a puntate, di quelle che non finiscono mai.
Il tema diventa politico
Così da giudiziario il tema diventa politico. Da una parte il sindaco Roberto Lagalla che con una lettera al sindacato Libersind di fatto invita Marcella Cannariato (uno dei due imprenditori) a dimettersi dal ruolo ricoperto nel Consiglio d’indirizzo del teatro Massimo di Palermo, dall’altro il deputato regionale Ismaele La Vardera che chiede al Presidente dell’Ars Gaetano Galvagno di “silurare” la sua portavoce, Sabrina de Capitani.
Il Presidente dell’Antimafia: “Galvagno riferisca in aula”
Ma nel mezzo c’è anche il Presidente della Commissione regionale Antimafia Antonello Cracolici che invita il Presidente dell’Ars a riferire in aula sull’inchiesta che lo riguarda.
L’invito a riferire all’Ars da parte di Cracolici è articolato ma di fatto non è un attacco personale. A proposito dell’indagine Cracolici invita Galvagno a riferire “anche a tutela della sua figura, per evitare che la narrazione a puntate di fatti che il Parlamento non conosce possa determinare una delegittimazione del sistema democratico siciliano”.
L’attacco di La Vardera
L’attacco vero è quello di La Vardera per il quale “C’è una questione morale che non può passare in secondo piano”. Il deputato e leader di Controcorrente dice “Riteniamo che Galvagno debba rimuovere la sua portavoce oltre a riferire in aula”.
5 stelle “Galvagno riferisca all’Ars almeno sull’auto blu”
Sono pragmatici dal Movimento 5 stelle e si rendono conto che l’eventuale seduta Ars sull’indagine non potrà svelare molto vista l’inchiesta in corso ma temono un danno di credibilità generale: “Le indiscrezioni giornalistiche, che giorno dopo giorno aggiungono elementi all’indagine che vede coinvolti il presidente dell’Ars e il suo staff, stanno scuotendo l’intero Parlamento regionale, rischiando di comprometterne gravemente l’immagine. Il Parlamento non può assistere inerte a quanto accade. Per quanto poco Galvagno possa dire in questo momento delicato delle indagini, è doveroso che venga in aula a riferire, per rispetto dell’istituzione che rappresenta e per chiarire quantomeno sull’uso dell’auto blu, cosa sulla quale il Movimento 5 Stelle ha avuto sempre una posizione rigidissima per frenarne l’utilizzo disinvolto, già avvenuto nel recente passato. Una cosa è certa, sulla questione morale è doveroso tenere l’asticella sempre alta” dice il capogruppo del M5S all’Ars Antonio De Luca.
Il teatro Massimo
Silenzio, invece, della Cannariato che già aveva smentito di aver conferito incarichi alla De Capitani ma che sta riflettendo sull’invito a dimettersi dal teatro Massimo rivoltele con garbo istituzionale dal primo cittadino che è anche presidente della Fondazione del teatro






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