Un agente della polizia penitenziaria di Trapani la scorsa notte ha salvato la vita ad un detenuto di 49 anni colto da un infarto. Verso le 3 di notte, durante un giro di ispezione la guardia carceraria ha notato che il detenuto manifestava grave malessere a punto da non potere chiamare soccorso.

Il salvataggio

Compresa la gravità ha fatto aprire la porta della cella e ha portato in braccio il giovane direttamente in infermeria. Il medico ha chiesto l’intervento del 118 e il trasferimento in ospedale. “Orgogliosi di questa polizia penitenziaria è stato chiesto alla Direzione dell’istituto penitenziario trapanese – dice il segretario nazionale Consipe Francesco Davide Scaduto – di proporre ricompensa per il personale interessato che ha svolto in modo encomiabile il proprio mandato istituzionale”.

A Poggioreale prima unione gay

Cerimonia all’interno della casa circondariale “G. Salvia” di Poggioreale di Napoli per l’unione civile tra G. D. e A. G., rispettivamente 35 e 32 anni, con uno dei due coniugi temporaneamente detenuto nel padiglione Salerno. Si tratta – sottolinea Arcigay in una nota – della prima unione civile all’interno di Poggioreale.

Alla cerimonia, celebrata da un responsabile dell’ufficio di stato civile del Comune all’interno della sala Magistrati, ha presenziato la Direzione della casa circondariale assieme ad.alcuni educatori della struttura. Tra i partecipanti anche Antonello Sannino, presidente di Antinoo Arcigay Napoli, Rosa Rubino e Pasquale Ferro (quest’ultimo anche in veste di testimone), volontari del progetto «Al di là del muro» – frutto di un protocollo di intesa tra l’associazione e la Casa Circondariale (insieme al Centro di Ateneo Sinapsi dell’Università Federico II di Napoli e Fondazione Genere Identità e Cultura) e che sarà esteso anche alla casa circondariale di Secondigliano – volto a creare un sostegno psicologico, legale, ma anche ludico-letterario, per detenuti omosessuali e transessuali nel carcere napoletano. Un momento significativo – si sottolinea nella nota di Arcigay.

“È stata un’esperienza particolare veder coronare il sogno di G. e A. seppur in un contesto insolito come quello del carcere – afferma Rosa che, insieme a Pasquale e ai responsabili della struttura, ha contribuito all’organizzazione dell’evento – ma si
è trattato anche di un momento importante e significativo nell’ambito del progetto che Antinoo Arcigay Napoli porta avanti già da alcuni anni all’interno della struttura”

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