Gravi infiltrazioni d’acqua stanno distruggendo gli affreschi della Cammara Picta del Palazzo comunale di Termini Imerese, opera seicentesca di Vincenzo La Barbera, e autentico gioiello pittorico che racconta la storia del territorio.
Lo denuncia l’associazione SiciliAntica che spiega: “L’evento rappresenta il tragico simbolo del degrado che ha raggiunto questa città, il disinteresse con cui è stato gestito il patrimonio artistico cittadino e la scarsa attenzione verso la tutela della nostra memoria storica. L’abbandono in cui versano ormai da anni i beni architettonici e monumentali di Termini, nell’assoluta inerzia ed indifferenza delle recenti amministrazioni comunali, caratterizzate da povertà culturale e scarso senso civico. Questo è l’ennesimo attentato alla storia e all’orgoglio della comunità termitana, già mortificata dalla lunga, grave crisi economica, dal degrado morale, dall’incuria a cui l’hanno costretta politici incapaci ed insensibili”.
I membri di SiciliAntica chiedono “un immediato intervento al fine di salvaguardare la Cammara Picta, perché non si perdano irrimediabilmente gli affreschi del La Barbera. Non possiamo accettare – dicono – come giustificazione la mancanza di fondi. Gli affreschi della Sala del Magistrato non sono un dipinto qualsiasi ma parte determinante dell’identità stessa di Termini Imerese. Vogliamo auspicare che un veloce recupero possa rappresentare il piccolo segno della tanto attesa rinascita della città, dopo questi anni bui che hanno contraddistinto così tristemente la storia recente della comunità termitana”.
La “Cammara picta” o Sala del Magistrato si trova all’interno del Palazzo di Città nella centralissima Piazza Duomo ed era l’antica sala delle adunanze. L’aula venne affrescata dal pittore ed architetto termitano Vincenzo La Barbera nel 1610 ed è l’unico esempio in Sicilia di ciclo pittorico totalmente a soggetto profano, appartenente alla tradizione tardo-raffaellesca siciliana.
Le pareti immediatamente sottostanti al soffitto sono affrescate con scene di storia imerese e termitana. Ognuna è contraddistinta da una didascalia in latino. All’interno di elaborate targhe dipinte vengono rappresentati con episodi la storia antica della città, dalle origini mitologiche con la rappresentazione della presenza nel territorio termitano di Ercole durante una delle sue fatiche, alla storia di Himera, successivamente distrutta, e a cui seguì la nascita del nuovo centro urbano di Termini nel periodo romano.
I dodici quadri sono intervallati da altrettante finte nicchie con le figure a monocromo di sei uomini illustri himeresi e termitani. Nella raffigurazione pittorica emergono due personaggi famosi: il poeta Tisia d’Himera, detto Stesicoro, e Stenio, cittadino termitano vissuto nel I sec. a.C., accusato ingiustamente da Gaio Licinio Verre, dispotico governatore della Sicilia, venne difeso da Cicerone davanti al senato Romano. Gli uomini illustri himeresi e termitani dell’antichità, sono dipinti a “grisaille” sui lati lunghi del fregio.
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