Nonostante piove ormai da giorni, non migliora la situazione degli invasi. Si fa sentire la mancanza d’acqua soprattutto a Palermo e in alcuni comuni della provincia. A preoccupare non è solo la torbidità dovuta al grosso afflusso di materiali fangosi provenienti dai fiumi, ma il livello dell’acqua.

Come riporta il giornale di Sicilia, le piogge non hanno portato benefici anzi, nel caso della diga Rosamarina, il livello da fine novembre a sabato scorso 11 dicembre è per assurdo sceso: da 23.088.000 metri cubi a 22.332.000. Piana degli Albanesi è passato da 9.155.00 a 9.681.000; lo Scanzano da 2.426.000 a 2.738.000 ed il Poma da 17.167.000 a 17.762.000. Il problema è che che la potenza dei temporali ha fatto affiorare il fango dormiente sul fondo delle dighe.

Il fango ha reso l’acqua torbida che ha causato lo stop all’impianto di potabilizzazione Cicala e all’erogazione in diverse zone tra capoluogo e provincia fino a data da destinarsi. A secco Palermo ma anche diversi comuni tra cui Balestrate e Trappeto (zone esterne), Terrasini e Cinisi (reti non gestite da Amap), Carini (zona Corso Italia e S. Anna), Capaci e Isola delle Femmine.

Preoccupa la situazione delle dighe. I grafici dicono che da gennaio, nell’invaso di Piana degli Albanesi si è passati da 17.500.000 metri cubi d’acqua ai 9.681.000 di sabato. Cala anche il Poma, dove all’inizio dell’anno c’erano 45.000.000 metri cubi, oggi sono meno della metà. Allo Scanzano 5.000.000, per finire alla Rosamarina che partiva con 55.000.000.

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