• Il sindaco Leoluca Orlando “Ippordomo di Palermo è luogo storico, non può rimanare ostaggio di incertezze e ritardi”
  • “Preoccupante la scelta del ministero di tagliare sovvenzioni e ridimensionare le giornate di gara”
  • “Chiedo che il governo si impegni per far si che la città abbia un punto di riferimento per gli amenti di questo sport”

L’ippodromo della Favorita di Palermo che – dopo varie vicissitudini – da poche settimane ha ripreso le attività tornando ad ospitare le corse di trotto corre il serio rischio di essere ridimensionato. Il ministero delle Politiche Agricole ha infatti diminuito le giornate di corsa, facendole scendere da 45 a 40, ed ha tagliato le sovvenzioni per il 2021.

Nondimeno non ha riconosciuto l’impianto di viale del Fante come storico, uno status che ha determinato questi ridimensionamenti e che rischia di dare una mazzata grave al movimento del trotto palermitano.

In sostanza, il ministero considera la struttura di nuova apertura e pertanto, non vengono presi in considerazione i requisiti risalenti a prima del 2018 e che darebbero diritto alla struttura di avere i sussidi per l’anno in corso. Da notare come l’ippodromo della Favorita sia stato inaugurato il 21 dicembre 1953.

Leoluca Orlando scende in difesa dell’ippodromo

Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando scende in difesa dell’ippodromo della Favorita. “L’ippodromo di Palermo è un luogo storico che appartiene a tutta la cittadinanza – sottolinea il primo cittadino – e non può rimanere ostaggio di incertezze e di ritardi che ne rallentano il processo di riqualificazione dopo quasi quattro anni di chiusura a seguito di un’interdittiva antimafia. Considero preoccupante la scelta del Ministero delle Politiche Agricole di tagliare le sovvenzioni del 2021 e ridimensionare le giornate di corsa”.

Chiesto intervento del governo

“Per questa ragione – osserva Orlando – chiedo che il governo presti attenzione e s’impegni attivamente nelle forme e modalità possibili per consentire alla città di avere un ippodromo capace di tornare a splendere ed essere un punto di riferimento per gli amanti di questo sport”.

Sipet “Abbiamo già investito oltre 2 milioni”

Massimo Pinzauti, procuratore generale della società, ha spiegato all’indomani delle comunicazioni del ministero: “Abbiamo già investito più di 2 milioni. Abbiamo vinto il bando e fatto tutto quello che ci è stato chiesto di fare, abbiamo ridato funzionalità e messo in sicurezza un’area di oltre 200 mila metri quadrati, devastata ed abbandonata, e poi ci trattano così. È come se comprando un’auto di lusso, che è stata ferma per un po’, questa venga considerata come un’utilitaria solo perché è cambiato l’autista”.

Corse e gran premi, 5 giornate in meno e premi tagliati

Capitolo corse e gran premi. Ci sono in meno, rispetto a quanto anticipato, 5 giornate e 192 mila euro di montepremi che di fatto penalizzano le scuderie e l’intero indotto costituito, tra l’altro, da professionisti, artigiani, artieri, fornitori ed addetti ai servizi dell’ippodromo. I convegni, calcolati quelli già disputati (cioè 16), da qui a fine anno passano da 29 a 24.

C’è anche il mancato ripristino di alcuni gran premi storici

A questo si aggiunge il mancato ripristino dei gran premi storici da decenni disputati nell’impianto palermitano. Quasi a volerne cancellare la storicità. Si tratta del Regione Sicilia (nato nel 1954), Mediterraneo (1963) e del Trinacria (1978). Al posto di questi è stato inserito un inedito “Città di Palermo” programmato per sabato 18 dicembre, con la beffa di aver assegnato all’ippodromo di Siracusa un gruppo III denominato proprio Premio Mediterraneo.

“Scelte inspiegabili”

Le categorie ippiche si chiedono le ragioni di tali scelte punitive. “Scelte inspiegabili – afferma amaramente Pinzauti – eppure abbiamo sostenuto delle spese notevoli: basti pensare che abbiamo ridato occasione di lavoro a circa 300 persone che erano ferme da anni oltre al personale assunto che, ad oggi, è composto da 15 unità. Siamo orgogliosi di aver riaperto con il Comune di Palermo un ippodromo chiuso per mafia e sottoscritto un patto di legalità”.

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