Nuovamente sospeso il comandante della polizia municipale Antonio Croce a Isola delle Femmine, nel Palermitano. La decisione dall’ufficio procedimenti disciplinari (Upd) del Comune stesso è stata già presa da qualche settimana, ma solo ieri la notizia è trapelata. Il provvedimento arriva in seguito alla bufera che investì il capo dei caschi bianchi nel luglio scorso, con un esposto di alcuni agenti rispetto ad una serie di presunte illegalità. Dall’assenteismo dal posto di lavoro all’uso improprio dell’auto di servizio, per arrivare all’incasso di somme superiori a quanto dovuto per degli extra allo stipendio legati alla gestione delle strisce blu.

Le motivazioni

C’è da dire che il Gip, dopo l’interrogatorio di garanzia dello stesso comandante, revocò immediatamente la misura cautelare interdittiva di sospensione dell’esercizio di pubblico ufficio. In pratica non ci sarebbe stata violazione di norme almeno per la maggior parte delle accuse che gli sono state contestate. Ma l’Upd dalla lettura dell’ordinanza del Gip sostiene invece che sul peculato le contestazioni resterebbero in piedi. In particolare si parla delle somme extra per la gestione dei parcheggi a pagamento. Secondo l’accusa Croce avrebbe incassato somme superiori rispetto a quanto consentito. Sul punto l’ufficio evidenzia che il giudice non ha mai revocato il sequestro preventivo nei suoi confronti, e quindi ci sarebbe il “fumus” sulla ipotetica consumazione del reato.

“Problemi ambientali”

“Tenuto conto della situazione ambientale dell’ufficio che sarebbe interessato dai fatti contestati – commenta il sindaco di Isola delle Femmine, Orazio Nevoloso -, si è ritenuto di adottare una misura idonea per prevenire pregiudizi ulteriori all’amministrazione sotto ogni profilo, patrimoniale e non. Pertanto, valutando anche le ragioni di opportunità e il contesto organizzativo degli uffici, si è deciso di non procedere al reintegro fino alla definizione del procedimento penale. Chiaramente, l’amministrazione comunale esprime la massima fiducia nell’operato della magistratura e delle forze dell’ordine e al contempo auspica che si faccia al più presto chiarezza sulla vicenda che vede coinvolto il comando della polizia municipale”. Abbiamo provato a contattare telefonicamente l’avvocato di Croce, Nino Zanghì, ma non è stato possibile raggiungerlo telefonicamente.

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