Lorenzo Jovanotti, nel suo concerto ieri a Roccella Ionica, in Calabria, ha rivolto un pensiero alla Sicilia, che non sarà toccata quest’anno dal suo “Jova Beach Tour”, che tante polemiche ha innescato.

Jovanotti: “Siamo noi il Ponte”

“Chi c’è dalla Sicilia?”, grida Jovanotti, ed esplode un boato. “M…a”, dice il cantante.”Non siamo riusciti a venire sull’Isola quest’anno ma visto quanti siamo qui diciamo che c’è un bel gemellaggio – dice Jovanotti -. Siamo noi il Ponte sullo Stretto, abbiamo unito lo Stretto, quello che elimina le distanze”

Il rispetto per l’ambiente

«Questa è una grande festa in cui c’é il massimo rispetto dell’ambiente. È qui che dovrebbe venire di persona chi parla di rispetto della natura, evitando di parlare a distanza. Qui quello che diciamo e promettiamo è tutto vero e lo realizziamo sino in fondo», ha detto Jovanotti, facendo riferimento alle critiche di alcune associazioni ambientaliste, che hanno parlato di impatto negativo del concerto per l’ecosistema locale, ed in particolare per alcuni tipi di fauna.

“Questa spiaggia, quando ce ne andremo – ha aggiunto il cantante – sarà ancora più pulita, accogliente e fruibile rispetto a
prima. Questo è un posto bellissimo, come lo è tutta la Calabria. E noi non abbiamo alcuna intenzione di danneggiarlo. Per tutti noi un giorno bellissimo. Lo spirito del Jova Beach Party è ispirato alla vera amicizia, quella fatta di incontri stupendi, di condivisioni, di accoglienza e di rispetto per gli altri. Un evento che vuole essere soprattutto un omaggio alla musica”.

Jovanotti e gli eco nazisti

«L’altro giorno ho chiamato econazisti quei mitomani pericolosi che polarizzano violentemente la grande questione dell’ecologia dentro a piccoli brand personali non accreditati se non da loro stessi e dai like rimediati a vanvera. Li ho chiamati econazisti perché essi lo sono”, aveva detto Jovanotti su Facebook rispondendo al professor Mario Tozzi, geologo e divulgatore scientifico, che in una lettera aperta indirizzata proprio a Lorenzo Cherubini sostiene che i «concerti con 50mila persone non sono sostenibili da alcun sistema naturale».

Articoli correlati