La guerra del pane è già scoppiata. E’ uno tsunami che appena si intravede e rischia di mettere al tappeto panificatori e clienti. Senza pane non si può vivere. Se il costo del pane cresce di giorno in giorno e la piazza inizia a ribollire. Anche in Sicilia si avvertono segnali di tensioni. Le quotazioni non hanno ancora raggiunto le cifre monstre del Nord Italia, ma le tariffe sono aumentate anche nella nostra isola. Siamo lontani dai quasi 6 euro al chilo che si pagano a Milano, ma la nostra terra è povera e un aumento di dieci centesimi sul bocconcino rischia di mandare in crisi le famiglie più deboli. Si tratta della seconda ondata di aumenti. La crisi Covid aveva fatto lievitare il prezzo dei prodotti da forno. Adesso, sui listini di prodotti come pane e pasta pende oggi la spada di Damocle della guerra in Ucraina che ha fatto impennare le quotazioni internazionali non solo del grano, ma anche del gas e del petrolio, voci che incidono sui costi di produzione e, quindi, sui prezzi finali al pubblico. Esiste il rischio di concreto di nuovi rialzi dei prezzi compresi tra il +15% e il +30% per una moltitudine di prodotti di largo consumo, dalla pasta ai dolci, passando per pane, crackers e biscotti. Una situazione insostenibile.
La guerra del pane, imprenditori con le spalle al muro
Angelo Chiarello da quaranta anni fa il panificatore a Palermo. “Non mi sono trovato mai in una situazione di questo tipo. E’ una crisi difficile da affrontare. Sono cresciuti i costi delle materie prime, sono cresciuti i costi dell’energia ed adesso rischiamo di assistere anche a una riduzione della produzione di farine“. Non ci sono grossi strumenti per contrastare questa crisi. “Siamo con le spalle al muro, non ci sono alternative e abbiamo dovuto alzare il prezzo del pane. Ma aumenterà tutto”.
La guerra del pane, bastano dieci centesimi per mandare in crisi una famiglia
La guerra del pane sta causando rabbia e fibrillazione. “L’altro ieri sono stato costretto ad alzare di soli dieci centesimi il prezzo del pane – racconta Chiarello – e molti clienti si sono infuriati. Con l’inflazione che erode il potere d’acquisto, l’aumento del pane è la classica goccia che fa traboccare il vaso. Un paio di clienti, al momento di pagare, si sono rifiutati e mi hanno lanciato contro il sacchetto con il pane. Li comprendo, ma non possiamo farci nulla i prezzi dovranno aumentare ancora”.
“Per noi è impossibile fare scorte – racconta l’esperto panificatore – perché lavoriamo con prodotti che sono altamente deteriorabili. Senza un intervento dello Stato, senza una riduzione almeno dei costi dell’energia, molti di noi saranno costretti ad arrendersi e abbassare per sempre la saracinesca”.
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