E’ guerra tra gli avvocati e l’Agenzia delle Entrate. Uno scontro  finito davanti alla Corte dei Conti.

Nel 2011 l’Inps ha annunciato un’operazione Poseidone con la quale ha stilato un protocollo di concerto con l’Agenzia delle Entrate per recuperare oltre 6 milioni di euro, di contributi sommersi attraverso l’iscrizione d’ufficio alla gestione separata Inps dei professionisti già iscritti ad un albo dotato di cassa previdenziale, come ingegneri, architetti, dottori commercialisti, ragionieri, geometri, medici, soci amministratori di società semplici e avvocati.

“Secondo quanto decretato in merito dalla maggioranza delle sentenze giudiziali italiane, di primo e secondo grado – spiega l’avvocato Rosario Dolce – l’obbligo di iscrizione alla Gestione Separata non sussiste per coloro i quali siano iscritti ad una cassa previdenziale professionale autonoma e svolgano attività già soggette, pertanto, al versamento di contributi presso la propria Cassa previdenziale privata di qualsiasi natura”.

Nonostante questo parte l’operazione con l’invio di centinaia di migliaia di raccomandate con richieste di pagamento per somme non versate negli anni 2005 e 2006, molte delle quali già prescritte.

“Nel 2012, – aggiunge l’avvocato – il Governo chiede di bloccare l’operazione poiché risultano poco chiari l’oggetto specifico del protocollo con l’Agenzia delle Entrate, che in caso di estrazione e uso della documentazione fiscale avrebbe costituito una violazione della privacy, e il grave ritardo, al limite della prescrizione, nella riscossione”.

Ma tra giugno e luglio 2015, l’Inps riprende l’operazione, questa volta denominandola “Poseidone 2”, ed inviando nuovamente avvisi di pagamento a centinaia di migliaia di professionisti in tutta Italia, ancorché già iscritti ai propri Albi professionali e alle rispettive casse previdenziali. le richieste sono in media  nell’ordine dei  2.500/3.000 Euro ad avviso, ma arrivano anche a 30.000.

“A gennaio 2017, l’Inps, in violazione dell’articolo 24, comma 3 del D.lgs 46/99, ha dato seguito anche alla procedura di riscossione coatta, emettendo e notificando avvisi di addebito e intimando il pagamento di somme già decretate come non dovute da sentenze, da sospensive o comunque non recuperabili per via di giudizi ancora in corso – continua l’avvocato Dolce – Qualche settimana fa, l’Agenzia delle Entrate Riscossione ha notificato ai professionisti il preavviso di fermo amministrativo sugli autoveicoli per le stesse richieste impugnate in giudizio, cui è stata emessa sentenza favorevole per i professionisti e per la quale già illegittimamente era stato inviato avviso di addebito anch’esso portato all’attenzione della magistratura. Per cui doppio esborso per doppia illegittima azione.

Per questi motivi i professionisti hanno depositato inoltre esposto alla Corte dei Conti per danno erariale”.