Ai titoli di coda la mostra fotografica “Shifting Stances” che il Museo Regionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Palermo ha inaugurato lo scorso 1 luglio.
Promossa dalla Fondazione Greece Needs Love di Atlanta in collaborazione con “The Sir John Cass School of Art and Design”, London Metropolitan University, sotto la direzione artistica e la curatela di Paola Leonardi e Luca Lo Sicco di Leonvago, l’esposizione presenta le opere di sei fotografi europei contemporanei – James Russell Cant, Lee Brodhurst Hooper, Yiannis Katsaris, Paola Leonardi, Tim van den Oudenhoven e Beata Stencel – che indagano tematiche legate all’identità e ai cambiamenti sociali nel mondo attuale.
In occasione del finissage del 2 dicembre, alle 11 il poeta David Carrigan, che ha partecipato alla mostra con una sua poesia dedicata a Palermo, presenterà il suo nuovo libro di poesie, dal titolo “Europa”, di cui reciterà alcune parti.
I curatori incontreranno il pubblico e le scolaresche, presentando la Fondazione Greece Needs Love di Atlanta e i lavori in mostra. Sarà, inoltre, annunciato il Cinema Master Class, prossimo appuntamento della Fondazione a Palermo, che si terrà a giugno, rivolta a 20 laureati o laureandi in discipline simili, così come a 5 liceali che desiderano studiare cinema una volta diplomati. Occasione non indifferente da utilizzare come portfolio per l’ammissione in Università Europee.
Divided To The Ocean di James Russell Cant presenta ritratti di persone che sono emigrate attraverso il mare in Inghilterra. Utilizzando il flusso delle maree come metafora del passare del tempo e dei cambiamenti personali, l’artista esplora la divisione tra spazio, luoghi e identità, con tutta la malinconia inerente al processo migratorio. L’artista ha utilizzato tecniche di lunga esposizione per fondere l’immagine dell’individuo con quella del mare, veicolo di transizione migratoria e personale, che contemporaneamente connette e divide i soggetti alle loro terre d’origine.
Sea/Change di Lee Broadhurst-Hooper rappresenta l’evoluzione del panorama sociale di Folkestone, città della costa inglese, punto di ingresso insieme a Dover nell’Unione Europea.
Variegata la comunità di persone ritratta da Hooper: artisti recentemente arrivati, attratti dal basso costo della vita e rifugiati giunti da Calais, che è a soli 30 km, cosi come gente che ha vissuto a Folkestone per generazioni. Una volta festosa mecca delle vacanze vittoriane, la città é stata colpita dalla recessione e dalle politiche governative di austerity, che insieme alla progressiva gentrificazione hanno sollevato tensioni sociali.
This Is How Low You Brought Me, For I Am In Love With You è una serie di fotografie scattate nel corso di 10 anni da Yiannis Katsaris, fotografo di origine greca naturalizzato cittadino britannico. Le immagini compongono una lirica d’amore per la sua Grecia, in cui la consapevolezza dell’inevitabile cambiamento della propria identità è discussa in relazione all’instabile scenario politico e sociale della penisola ellenica. L’artista s’interroga sulla propria condizione di espatriato, chiedendosi se, al ritorno in patria, sia lui stesso diventato un turista come tanti.
In Borderlands: The Edge Of Europe, Paola Leonardi ha meticolosamente documentato, durante un arco di tempo di 7 anni, aree remote ai confini dell’ Unione Europea. Camminando lungo i confini e seguendo linee tracciate sulle mappe, l’artista ottiene una visione comprensiva delle comunità che vi risiedono. Questa serie si concentra sulla connessione tra persone, territorio ed eventi storici, evidenziando l’importanza delle identità transculturali e transnazionali. Dal 2012 Leonardi ha seguito a piedi i confini tracciati sulle mappe, concentrandosi sulla connessione tra persone e territorio e l’importanza delle identità transnazionali e transculturali, esplorando la rilevanza dell’identità europea e il suo rapporto con i concetti di casa e appartenenza, memoria e territorio.
Con Vanishing Portrait, Tim van den Oudenhoven tratta i temi della dissolvenza e della transitorietà, in quanto Vanitas applicata all’arte e al medium stesso. La fotografia è sempre un punto di partenza nel suo processo artistico ma, attraverso la sperimentazione, i diversi media diventano un possibile punto finale. Nei suoi paesaggi notturni urbani, si esplorano gli spazi architettonici progettati per far sparire l’uomo in un generico labirinto di città. I suoi lavori multimediali si concentrano sulla ripetizione, un flusso di coscienza destinato a riflettere il suo personale interrogativo sulla sua arte.
Leva di Beate Stencel esplora la fragile transizione tra infanzia e adolescenza. Si tratta di una serie creata nel piccolo villaggio di Pelci, in Lettonia, che si concentra sulla giovane protagonista Ieva, personaggio principale che documenta come i dintorni e gli eventi modellano la sua identità e la influenzano. Lo scenario é quello di una Lettonia sempre più spesso abbandonata dai giovani che emigrano in cerca di lavoro.
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