C’è una grossa dose di “palermitanità” nel siparietto ripreso da un cellulare di alcuni operai che si dovevano occupare di eseguire la manutenzione del verde in una piazza del centro di Palermo. Si tratta di uno di quei video che racchiudono in sé pezzi di una Palermo colorata, surreale, degradata. È la Palermo che siamo stati abituati a vedere nei film di Ciprì e Maresco, dove nel grigio appare sempre il colore e l’amaro si unisce al dolce.

“Io m’e’ guaiddari i machini” (devo badare alle auto) dice la signora, parcheggiatrice abusiva che è solita “prestare il proprio servizio”, più o meno accettato dagli automobilisti palermitani. “Io guardo le macchine”, dice con fierezza nel video. E si presenta, “Io sugnu a secunna malantrina ri tutta a piazza. Ma a lei che c..o ci interessa? ” (sono la seconda brigante della piazza. Ma a lei cosa interessa chi sono?).

E si alza, con atteggiamento di sfida nei confronti degli operai. Tutto va avanti in tono scherzoso e continua il siparietto. “Ma cu st’annacata a cu fai scantari? (Con queste movenza a chi vuoi mettere paura?)”.

Gli operai quindi le chiedono il “permesso” di poter lavorare sulla strada. “Ma scusate, dove dovete lavorare?”, chiede la donna.  “Dobbiamo togliere l’erba anomala”, risponde l’operaio. “Ma lei a menzijorno av’a’ bieniri? C’a matinata av’a’ bieniri (a Mezzogiorno deve venire? Di buon mattino deve andare a lavorare)”.

“E se chiamo la polizia e la faccio arrestare? Possiamo iniziare a lavorare?”. risponde l’operaio. “Ma si lei inizia ora e finisci rumani matina, a cu cabbasu a cunta lei?! (Ma se lei inizia ora, finirà per terminare il lavoro domani mattina, non mi prenda in giro!)”, dice ancora la signora.

Poi accade l’inaspettato. “Io sugnu a secunna chi cumanna cca’”, dice con sicurezza la posteggiatrice abusiva. “E chi comanda signora?!”, chiede l’operaio. Il finale è uno spettacolo.

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