La Regione Siciliana ha pagato 91 milioni di euro per un server che doveva servire a censire tutti gli immobili dell’ente. Ora il M5S vuole vederci chiaro e capire cosa c’è dietro questa operazione e chiede all’Antimafia di aprire un’inchiesta dopo che l’audizione dell’assessore Gaetano Armao è stata secretata.
Vedere cosa c’è dentro il famoso server da 91 milioni di euro pagati dalla Regione alla ex Spi Spa è l’obiettivo della richiesta di accesso agli atti depositata dal deputato regionale del Movimento 5 Stelle, Antonio De Luca, per andare fino in fondo alla faccenda, entrare nel server e ottenere l’elenco dei lavoratori. De Luca, insieme alla collega Roberta Schillaci, ha partecipato oggi alla seduta della commissione Antimafia dell’Ars in cui è stato sentito l’assessore Armao.
“Sono tanti gli interrogativi e i dubbi – commenta De Luca – nati in seno all’audizione odierna dell’assessore Armao, il cui contenuto è stato secretato. Di certo c’è solo il grande spreco di denaro pubblico. Per andare in fondo alla vicenda occorrerà quindi aprire un’inchiesta vera e propria in commissione Antimafia e ascoltare i protagonisti della vicenda, andando indietro nel tempo, sentendo gli esponenti delle varie giunte regionali e i lavoratori che materialmente censirono gli immobili. Per questo ho formulato una specifica richiesta al presidente della commissione”.
“La brutta vicenda del censimento degli immobili – commenta Schillaci, insieme al collega Nuccio Di Paola, che ha seguito sin dall’inizio il caso – pensiamo abbia avuto costi ben più alti rispetto ai 91 milioni di euro di cui si è parlato finora. Oggi Armao ha fornito nuovi elementi per la lettura della storia e seppur gli atti siano stati secretati, non vi è dubbio che vi siano pesanti responsabilità politiche e amministrative. Chiediamo quindi che il censimento sia reso disponibile per le esigenze dell’amministrazione regionale, anche per ottemperare alle indicazioni della Corte dei Conti, e che si indaghi per capire le vere ragioni di un abnorme esborso di denaro pubblico, che non può passare inosservato”.
“Bene che si sia impegnata anche la commissione Antimafia – aggiunge Di Paola – faremo il massimo per attivare quanti più soggetti possibili per venire a capo di una vicenda che ha dell’incredibile”.
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