“Dal 15 aprile 2013 la Stretto di Messina Spa, società concessionaria per la progettazione e la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina, è stata posta in liquidazione a seguito della caducazione dei vincoli contrattuali con il General Contractor Eurolink, con capofila Impregilo, dovuta al d.l. 187 del 2 novembre 2012. Con la messa in liquidazione avrebbe avuto termine la storia di una società che nel corso degli anni ha richiesto (dati della Corte dei Conti) più di 300 milioni di euro all’amministrazione statale senza che questo abbia apportato alcun vantaggio alla collettività. Di recente il tribunale civile di Roma ha, inoltre, rigettato le richieste di risarcimento per 800 milioni di euro avanzate dal General Contractor”. Lo scrive la rete No Ponte.

“Il mantenimento in vita della Stretto di Messina Spa, nonostante la sua messa in liquidazione, ha indotto la Corte dei Conti ad intervenire per rilevare che dal 2015 la Società concessionaria, pur essendo venute meno le ragioni della sua esistenza, ha causato oneri per le casse pubbliche per cifre prossime ai due milioni di euro annui – sottolinea la nota -. In particolare la Corte dei Conti è intervenuta con le deliberazioni n. 17/2016/G, n. 14/2017/G e n. 23/2018/G per sollecitare l’estinzione della società che sarebbe dovuta avvenire “al termine del periodo normativamente stabilito per le operazioni di liquidazione (un anno dalla nomina del Commissario liquidatore: art. 34-decies, c. 9, d.l. 179/2012), scaduto il 15 aprile 2014. Negli ultimi tempi abbiamo assistito ad un rinnovato attivismo sì ponte da parte del Presidente della Regione Nello Musumeci e del suo assessore alle infrastrutture Marco Falcone. E’ di ieri l’ultima esternazione di Musumeci che, invece di battersi per una moderna infrastrutturazione stradale e ferroviaria in Sicilia, nel corso della presentazione dell’accordo tra Caronte & Tourist e Fondo Basalt si è rivolto al Governo nazionale affinché si pronunci in merito alla realizzazione del Mostro sullo Stretto, che egli, appunto, reputa imprescindibile. Ed, effettivamente, è giunto il momento che il Governo assuma l’iniziativa di chiudere definitivamente la partita attraverso la cancellazione della Stretto di Messina Spa. In particolare, è il Movimento Cinquestelle, i cui rappresentanti hanno pure fatto parte del vasto movimento che ha fermato la realizzazione di una infrastruttura che nel suo enorme sperpero di risorse pubbliche ha mostrato la sua natura di carattere speculativo, a dover dimostrare nei fatti, al di là dei pronunciamenti, di volerlo fare. L’estinzione della società concessionaria, infatti, oltre ad essere atto dovuto e azione utile a spostare soldi su servizi molto più utili al territorio, avrebbe il significato di un atto politico inequivocabile. Contro il Ponte sullo Stretto e per la difesa del territorio, per le infrastrutture di prossimità, per la difesa dal rischio idrogeologico e sismico, per la messa in sicurezza delle città, per l’ammodernamento della rete stradale e ferroviaria, per la continuità territoriale annunciamo un’assemblea pubblica per la fine di febbraio e il rilancio della mobilitazione”.