I commercianti del Borgo Vecchio di Palermo si sono ribellati, ed hanno denunciati i loro estorsori.
Il 13 ottobre, su delega dalla procura distrettuale antimafia di Palermo, i carabinieri del comando provinciale hanno dato esecuzione a un provvedimento di fermo di indiziato di delitto, emesso nei confronti di 20 indagati, ritenuti a vario titolo responsabili dei delitti di associazione per delinquere di tipo mafioso, associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, associazione per delinquere finalizzata ai furti e alla ricettazione, tentato omicidio aggravato, danneggiamento seguito da incendio, estorsioni consumate e tentate aggravate, danneggiamento aggravato, furto aggravato, ricettazione.

“Quando si presentano nei miei cantieri e chiedono ai miei operai di parlare con il titolare io vado all’appuntamento pronto per filmare l’incontro. Mi porto dietro la lista dei tanti uomini per bene uccisi dalla mafia e l’immagine di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino”.

Giuseppe Piraino, 45 anni, studi al Gonzaga, sposato, 3 figli, imprenditore edile palermitano è uno dei 13 uomini che si è presentato in caserma dai carabinieri del comando provinciale e ha denunciato le richieste estorsive. Una vera rivoluzione per Palermo dove ancora tanti commercianti e imprenditori invece pagano.

Su quanto accaduto intervengono gli uffici dell’Arcidiocesi di Palermo, ed in particolare la Pastorale Sociale e del Lavoro, Caritas Diocesana, Pastorale Giovanile, ufficio per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso, ufficio Beni Culturali, ufficio per gli Insegnanti di Religione Cattolica, Pastorale della Scuola, Pastorale del Tempo Libero, Turismo e Sport, Pastorale della Famiglia, Centro Diocesano Vocazioni e ufficio Missionario.

Si legge infatti in una nota congiunta pubblicata sul sito dell’Arcidiocesi di Palermo: “Incoraggiati dalle parole del nostro Arcivescovo, Corrado Lorefice, pronunciate nel discorso alla città di Palermo, dove implora l’aiuto di Santa Rosalia a svegliarci “prima che sia troppo tardi, di fronte alla crisi della pandemia che ha creato i presupposti per un nuovo fiorire dell’economia mafiosa e dell’imprenditoria criminale, che sguazza nel degrado e nel bisogno”, desideriamo esprimere la piena vicinanza e il profondo sostegno al coraggioso imprenditore Giuseppe Piraino e a tutti gli imprenditori palermitani che si sono ribellati al racket del pizzo, denunciando gli estorsori”.

“Di fronte a questa realtà di male organizzato e strutturato – conclude la nota – bisogna uscire dai nostri recinti di sicurezza effimera ed impegnarci, insieme, in un rinnovato processo di liberazione, alla maniera di padre Pino Puglisi”.