La denuncia sporta alla stazione dei carabinieri fu ritirata poco dopo essere stata presentata e per questo subentra implacabile la recente riforma Cartabia. Tre ladri di limoni, in questo modo, la fanno franca. Razziarono nel 2019 un terreno agricolo di Partinico tentando di portar via centinaia di chili di agrumi.
Solo che il furto non andò a buon fine per l’intervento tempestivo dei carabinieri che li colsero in flagranza. Se in primo grado furono condannati, in appello invece si ribalta tutto. Nel senso che l’entrata in vigore della riforma Cartabia li ha graziati.
L’assoluzione
È quindi arrivata l’assoluzione per Vito Alessio Mustacchio, 29 anni difeso dall’avvocato Gaetano Turrisi, Alessio Davide D’India, 27 anni difeso dall’avvocato Giuseppe Vitrano, e Giovanni Calogero Cacioppo, 28 anni, difeso dall’avvocato Filippo Sabbia. La terza sezione penale della corte d’appello non ha potuto far altro che applicare la riforma Cartabia. Il presidente del tribunale, Matteo Frasca, ha tenuto esclusivamente conto proprio di questo aspetto, al si là di ogni altra motivazione che era stata avanzata dai tre imputati. «È preliminare e assorbente rispetto a ogni altra questione – si legge nella sentenza – quella della sopravvenuta improcedibilità dell’azione penale, in quanto la fattispecie di reato per cui si procede è divenuta procedibile a querela della persona offesa».
Il furto
Ed in questo caso chi aveva subito il furto, sentita come testimone davanti al giudice di primo grado nell’udienza del luglio 2019, aveva dichiarato di rimettere la querela inizialmente presentata. Una volontà che secondo la Corte d’appello, seppur manifestata in epoca in cui il reato contestato era ancora procedibile d’ufficio, sarebbe «tuttavia univocamente significativa della volontà di non procedere». Una circostanza, quindi, che “costituisce motivo di sopravvenuta improcedibilità per difetto della relativa condizione”.
L’arresto
I tre vennero arrestati nel 2019 per il furto di ben 400 chili di limoni da un terreno nelle vicinanze della statale 113. Vennero sorpresi mentre caricavano in un’auto gli agrumi. Considerando la contestazione della flagranza del reato per tutti l’arresto fu convalidato. In primo grado, l’anno scorso, furono condannati tutti e tre per furto aggravato in concorso a 4 mesi di reclusione, con il riconoscimento delle attenuanti generiche. Solo per D’India arrivò la sospensione condizionale della pena. I tre appellarono la sentenza e i rispettivi legali avanzarono ricorso ritenendo in un caso eccessiva la pena, oppure che il tribunale non avrebbe considerato la «tenuità del fatto».
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