Hanno risposto alle domande del giudice e dei pm i tre giovani indagati per la rissa con accoltellamento di Mondello che si è verificata lo scorso 7 giugno. I tre giovani hanno negato ogni accusa.
Uno dei tre Matteo Giuseppe Ameduri, 18 anni, difeso dall’avvocato Roberto Mangano, avrebbe anche sostenuto che durante quella serata non si trovasse a Palermo bensì a Castelvetrano come risulta da 15 testimoni e da una perizia e indagini difensive depositate dal legale che lo assiste.
Ameduri è stato arrestato sabato scorso insieme ad altri giovani: un minorenne di 17 anni, Gabriele Filippone 19 anni, e Ivan Viola, 19 anni. I giovani sono accusati a vario titolo di tentato omicidio.
Il 7 giugno vicino a piazza Valdesi due minori vennero picchiati e feriti con un’arma da taglio tanto da finire la notte stessa in sala operatoria all’ospedale Villa Sofia.
Le manette sono scattate sulla scorta della richiesta avanzata dai sostituiti procuratori Luisa Vittoria Campanile e Alfredo Gagliardi e dell’ordinanza di misura cautelare firmata dal gip Simone Alecci che ha disposto i domiciliari per gli indagati.
Viola, assistito dall’avvocato Maurilio Panci, ha riferito che durante le fasi dell’aggressione, della quale sarebbe venuto a conoscenza solo con una telefonata fatta da un cugino, si trovava in spiaggia con una ragazza della quale, davanti al gip, è riuscito però a fornire soltanto il nome e non il cognome. Appreso quanto accaduto avrebbe raggiunto la gelateria davanti alla quale si era scatenata la rissa, ricevendo anche due pugni. Solo una volta rientrato a casa avrebbe appreso che qualcuno era stato accoltellato.
“Gli agenti di polizia – precisa Panci – non gli hanno sequestrato alcuna arma e va sottolineato il fatto che oggi abbia collaborato e fornito agli investigatori i codici per entrare nel suo iPhone diversamente inaccessibile. Il mio assistito non conosceva la vittima, che nell’antefatto della rissa, sembrerebbe aver avuto un acceso scambio di battute ma con qualcun altro”.
Anche Gabriele Filippone ha risposto alle domande del gip dichiarandosi estraneo ai fatti contestati. “Valuteremo – spiega il suo avvocato, Stefano Santoro – se rivolgerci al Riesame o se sottoporre al giudice una nuova valutazione sulle esigenze cautelari”.
Per C.D.P., sottoposto anche lui ai domiciliari, procede la Procura per i minorenni.
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